Anche oggi giorno di festa Francesco Bigogno è in redazione per la rubrica ‘Tra me e te’. Ospite in studio Silvia Maltagliati, mamma del progetto Counseling di Marcallo con Casone.
Oggi parliamo di autismo, Silvia, di cosa si tratta e che genere di progetto è quello che seguite?
E’ un progetto fondato dall’istituto Fondazione Sacra Famiglia di cesano. E’ territoriale, il bacino di utenza è ampio e per questo hanno creato un centro, grazie al sindaco di marcallese, dove le famiglie possono rivolgersi.
I servizi sono gratuiti?
Si, nella momento in cui si contatta Sacra Famiglia il prof. Lucio Moderato, responsabile dei servizi territoriali sull’autismo, visita la famiglia a Cesano Boscone o a Marcallo e, una volta accurato che ha il codice F84, dà il via alle procedure
Dicci, in parole semplici, come si può definire l’autismo
Non è una malattia. E’ una condizione pervasiva e permanente. Parole che fanno paura, ma l’autismo se lo conosci non fa paura. E’ una condizione che durerà tutta la vita, ma si può imparare a conviverci e a superarlo
Perché sei diventata così brava in materia?
Ho tre bimbi, due bimbe e un maschietto. Lui è autistico
Per coloro che non hanno ancora aderito al progetto, o che non conoscono nulla dell’autismo, cosa devono fare?
La mia esperienza nasce da quando Federico aveva 8 mesi e mezzo. Ha cominciato ad avere movimenti stereotipati con il collo. Mi è venuto subito qualche dubbio. Abbiamo osservato i movimenti alternati del bambino e ci siamo rivolti alla pediatra. Arriviamo a quasi due anni e la bomba è scoppiata. Federico che prima giocava ha cominciato ad avere episodi di aggressività, autolesionismo, versi e mai una parola. Da li ci siamo allarmati trovando nel 2013 la risposta dal professor Moderato con l’istituto Fondazione Sacra Famiglia. Da una parte ci ha detto che stavamo facendo tutto quello che era giusto fare, dall’altra eravamo intimoriti dal non poter fare di più. Il lavoro sul soggetto autistico è lento, costante e inesorabile. Il professore ci ha dato i compiti da svolgere a casa. Cose che possono sembrare semplici e scontate per la maggior parte die bambini, ma per i soggetti autistici non è così. Abbiamo avuto una buona risposta da parte di Federico a questa terapia. Con Asst e i pediatri oggi ci stiamo battendo per la diagnosi precoce. Più lo si prende quando è piccolo e più possibilità di successo ci sono. A quasi 5 anni ha cominciato a parlare e la prima cosa che ha detto è stata: “Grazie per pazienza”. Non si sa molto sull’autismo. E’ una condizione genetica. La colpa è da attribuire alle sfumature di sette geni. La prima regola, quindi, è non farsi prendere dal panico Certo, nel mio piccolo ci tengo ad aiutare le famiglie. L’importante è non isolarsi, servono i progetti di inclusione. A me piacerebbe aprire e seguire un centro di soccorso di mutuo aiuto. Perché l’esperienza reciproca può servire.
Potete seguire l’intera intervista a Silvia Maltagliati nel video qui sotto: