Si è aperta questa mattina la prima conferenza di Valutazione Ambientale Strategica del nuovo Piano cave della Città metropolitana di Milano per il periodo 2019-2029, decennio di vigenza del Piano stesso (il Piano cave della ex Provincia di Milano è stato prorogato da Regione Lombardia nel 2016 per tre anni).
“Si tratta di uno dei più importanti processi di pianificazione che competono a un ente di area vasta come la Città metropolitana di Milano” – ha affermato Pietro Mezzi, consigliere delegato all’Ambiente e presidente della Consulta Cave della Città metropolitana di Milano.
“Parte oggi un percorso di confronto allargato con i Comuni, i sindaci, i cittadini e gli operatori economici per arrivare, in tempi brevi, alla redazione finale del Piano e alla sua adozione.
Stiamo costruendo un piano attento alle esigenze del territorio e alle risorse naturali disponibili, che stimi esattamente i fabbisogni futuri del settore delle costruzioni e che affronti e risolva le criticità ancora oggi presenti sul territorio milanese”. Conclude il consigliere Mezzi: “Stiamo costruendo un piano di contenimento, attento sia alle esigenze economiche sia a quelle ambientali e di compatibilità sociale connesse all’attività estrattiva”.
Il Piano cave della Provincia di Milano – ora Città metropolitana – è vigente fino al giugno 2019. È suddiviso in 30 Ambiti Territoriali Estrattivi (A.T.Eg.) di ghiaia e sabbia, 2 Ambiti Territoriali Estrattivi d’argilla, 7 cave di recupero, 2 cave di “riserva” per l’alta velocità Torino – Milano; 27 giacimenti.
Il volume teorico complessivo decennale del Piano cave è di 55.747.000 mc (il volume effettivo è di 45.688.876 mc).
In questi anni (2006 – 2017) sono stati approvati 23 progetti e 4 sono in istruttoria per un volume complessivo di oltre 43.000.000 di mc; di questi oltre 23.000.000 di mc sono stati autorizzati o sono in corso d’autorizzazione, di questi quelli effettivamente cavati sono il 50%. A questi volumi occorre aggiungere circa 1.181.000 mc di volumi delle autorizzazioni al recupero di cave cessate.
Nelle sette zone omogenee in cui è suddiviso il territorio della Città metropolitana di Milano sono localizzati rispettivamente 11 ambiti estrattivi nell’Alto Milanese, 6 nel Magentino – Abbiatense, 3 nel Sud Ovest, 6 nella zona Sud Est, 10 nell’Adda – Martesana, 1 nel Nord Milano e 6 nel Nord Ovest.
Sul territorio metropolitano operano 33 aziende estrattive per un totale di 170 addetti al 31/12/2016. Sono 24 le aziende che producono calcestruzzo, di cui 14 mediante la lavorazione di terra e rocce provenienti dall’estero, 6 aziende che producono conglomerato bituminoso, 16 aziende che svolgono attività legate alla gestione dei rifiuti e 5 discariche in attività.
In questo primo anno di lavoro (settembre 2016 – luglio 2017) è stato condotto un largo confronto con gli amministratori e i tecnici dei Comuni interessati dall’attività estrattiva: 46 sono le amministrazioni incontrate e 28 di queste hanno avanzato proposte e osservazioni. Dal confronto tecnico e politico sono emerse diverse criticità connesse all’attività estrattiva: viabilità, altre lavorazioni, interferenze con aree residenziali, problemi di salute e di sicurezza, incertezze sui tempi di restituzione delle aree scavate e recuperate, stato di abbandono di aree di pregresse attività estrattive.
“L’impegno da affrontare – conclude il consigliere Mezzi – è grande, ma non ci spaventa: in sinergia con tutti gli interessati lavoreremo con costanza e impegno per realizzare un Piano cave decennale e all’altezza delle esigenze del nostro territorio”.
Milano, 14 dicembre 2017