Sabato 16 dicembre sono iniziate le manifestazioni per celebrare i trent’anni di fondazione dell’Istituto Torno di Castano Primo.
Nell’arco della mattinata si sono susseguiti diversi interventi; anche due ex allievi hanno preso la parola e i loro ricordi hanno dimostrato quanto sia riduttivo e sterile definire gli studenti, come ormai è di comune usanza, come mera “utenza”, quando la propria formazione è anche umana e non solo scolastica.
«La multidisciplinarietà è un valore», afferma Luca Bottini, ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano- Bicocca. Svolgere attività non inserite nel classico piano di studi aiuta i ragazzi a scoprire le proprie abilità, a svilupparle e ad applicarle nel corso della propria vita professionale: «Il rigore metodologico usato nel lavoro in laboratorio è lo stesso utilizzato nella ricerca», conclude Bottini.
La testimonianza di Roobi Roobi è stato un toccante fuori programma. La giovane studentessa universitaria, di origine pakistana e affetta da un glaucoma degenerativo, ha ringraziato i suoi professori per averle insegnato a «vedere la vita in modo critico e a scegliere così con consapevolezza».
Roobi, visibilmente commossa, attribuisce alla scuola, definita come una famiglia, la sua volontà di imparare e di conoscere con curiosità ciò che la circonda.
Annachiara Blandino