Continuiamo il nostro viaggio all’interno dell’area dismessa della ex Novaceta di Magenta. Questa volta anche con un contributo video. Entrare nell’ex stabilimento magentino non è affatto difficile. Era la vigilia di Natale quando un gruppo di giovanissimi sono entrati, come se niente fosse, per praticare il loro hobby. Ovvero i murales. E quale luogo se non un’area dismessa può fare al caso loro? Sono quasi tutti di Magenta e hanno lasciato delle bombolette sul posto, oltre che ad alcuni disegni sui muri. Nulla di grave, forse nemmeno sanno quale storia c’è dietro quell’edificio oggi degradato. E dei pericoli che corrono entrando in una zona dove il rischio crollo è sempre presente.
La palazzina all’ingresso è a dir poco fatiscente. Al primo piano viene utilizzata come dormitorio. Anche qui non ci sarebbe niente di male o quasi (la povertà dilagante e la disperazione non guardano in faccia a niente), se non fosse che il piano superiore presenta degli evidentissimi segni di crollo. E nella stanza che abbiamo visto con un paio di letti, fatichiamo solo ad immaginare che un essere umano possa viverci. Escrementi umani ovunque, scatolette di tonno con scadenza 2020, avanzi di cibo e sporcizia dappertutto. Uguale in tutto e per tutto a dormire in una discarica, a due passi dal centro di Magenta. Il guano dei piccioni ha corroso ogni cosa. Eppure questa è la realtà. Basta un niente e quella palazzina di viale Piemonte ancora visibile, verrà giù schiacciando ogni cosa. Come si entra nella ex Novaceta?
Niente di più facile. C’è una porticina verde che da sullo spiazzo vicino alla pista ciclopedonale e i ragazzini dei murales non è certo la prima volta che ci entrano. Così come i senza tetto. Un luogo che è diventato terra di nessuno, la ex Novaceta. Dove si trovano gli armadi che recano ancora i sigilli della Guardia di Finanza di Magenta quando concluse le indagini che portarono al processo per bancarotta fraudolenta di amministratori ed ex dirigenti dello stabilimento accusati di averne pilotato la chiusura.