LEGNANO – – Pericle Cima, Alberto Giuliani, Carlo Grassi, Francesco Orsini, Angelo Santambrogio, Ernesto Luigi Venegoni, Antonio Vitali, Paolo Arturo Cattaneo, Natale Morandi: nomi sconosciuti ai più, ma nel cuore dei legnanesi. Martedì 16 gennaio i sindacati dei metalmeccanici, l’Anpi e la città ricorderanno, come avviene da 74 anni, i lavoratori della Franco Tosi che furono arrestati e poi deportati nel campo di concentramento tedesco di Mauthausen.
“I martiri legnanesi – osserva Giuseppe Oliva, responsabile della Cisl Milano Metropoli per il territorio legnanese e magentino – pagarono con la vita la partecipazione agli scioperi e alle rivendicazioni del 1944 e alla lotta di liberazione contro i nazi-fascisti. La rivolta nelle fabbriche rappresenta un momento importante della Resistenza e testimonia l’impegno dei lavoratori, in quegli anni terribili, per portare la libertà e la democrazia nel Paese”.
I deportati facevano parte di un gruppo di circa 60 operai rastrellati dalle SS e dai fascisti dopo una mobilitazione nello stabilimento, provocata dall’intransigenza della direzione in una trattativa sindacale (per l’equiparazione dei salari a quelli di altre fabbriche lombarde e l’aumento della razione di pane). Intervenendo con la forza, i tedeschi speravano anche di mettere fine all’ondata di scioperi iniziata nel marzo del 1943. Dopo il trasferimento nel carcere milanese di San Vittore, nove persone (quasi tutte appartenenti alla Commissione interna) vennero mandate prima nel campo di concentramento di Fossoli (in Emilia), poi a Mauthausen ( l’11 marzo 1944), con la “classificazione” di prigionieri politici. Sette di loro morirono di fame e per le conseguenze di malattie e lavoro forzato. Legnano li ricorda dal 1945, alla presenza di tutte le autorità, con una cerimonia nella fabbrica, un corteo al monumento ai caduti e al cimitero.