Trentanovesima puntata di Tra me e Te, la prima del 2018. Condotta da Francesco Bigogno ospite in studio oggi Giulia Marchioli, dell’Avas Cos’è la Casa dell’Accoglienza? Non è un dormitorio, non è un luogo per stranieri.
Siamo un tentativo di rispondere alle persone in difficoltà in momenti critici della loro vita. Un tetto sulla testa è la cosa fondamentale. La casa dell’Accoglienza nasce 23 anni fa come casa. Una cascina che la Ca’ Granda di Milano passa al comune di Magenta e la nostra associazione l’ha ristrutturata a livello di volontariato. Oggi è una antica cascina lombarda ristrutturata data in comodato all’associazione secondo l’uso che ne deve fare. Non si deve diventare una specie di lunga degenza.
Ovvio che accogliere le persone è facile, il difficile diventerà accompagnarle all’uscita. Venti anni fa arrivavano le badanti dall’est, gli albanesi, gli africani. Tutte persone che arrivavano per migliorare o addirittura salvare la loro vita. Una volta qui, trovavano casa e ci salutavamo. Oggi in questi anni le cose sono cambiate. Non siamo la casa degli stranieri. Quando va bene gli stranieri sono la metà degli ospiti. Attualmente su una decina di ospiti 10 sono italiani. L’italiano arriva perché è arrivato in fondo a una discesa.
Quanti ospiti avete avuto? 1.420 nomi, tenendo conto che per ognuno ci sono da un mese a tre mesi, a sei mesi, fino ad un anno di permanenza. Con tutto quello che comporta un’ospitalità completa. I volontari sono circa 70 e bastano appena appena. Venti si occupano della notte. Abbiamo 4 volontari al giorno per la cucina che si alternano. Poi ci sono i volontari diurni per la gestione e un gruppetto scelto che rappresenta le persone che accolgono coloro che vengono a chiedere. Il classico colloquio, in sostanza. Sono i volontari del centro filtro che si trovano a dire dei sì, ma anche dei no. Siamo l’unico centro che accoglie anche minori, purché accompagnati. Abbiamo 20 posti letto divisi su una decina di camere. Ogni camera ha il suo servizio.
Voi siete un po’ il termometro della nostra società. Nel momento in cui gli ospiti soggiornano da voi come si svolgono le giornate? C’è chi ha un lavoro, ma non una casa. Esce la mattina e torna la sera. Sono pochi. La maggior parte sta da noi. Se ha tempo da una mano in casa, pulizia, lavaggio stoviglie e altro. In genere escono per cercare casa e lavoro, portando curriculum. Il nostro scopo non è di trovare lavoro, ma di aiutarli. C’è poi il rapporto con gli assistenti sociali. O vengono loro o è l’ospite che si reca da loro
Chi vi dà una mano? Spese vive non ne abbiamo. Non abbiamo stipendi. Tutti sono volontari al 100 per cento. Un piccolo aiuto per le utenze viene deciso di anno in anno dal comune di Magenta. Altri aiuti arrivano da donazioni libere, oppure l’ente pubblico che ci chiede di accogliere qualcuno fa una donazione. Emerge dall’intervista a Giulia che il problema grosso è quello della casa. Per morire di freddo basta una notte…