Malvaglio, il mio paese natio, sconosciuto ai più, le tradizioni sono importanti e resistono. L’ho chiamato, nel titolo, “Malum Vallis” perché tredicenne feci un compito in classe dal tema: “racconta la storia del tuo paese”.
Ricordo che chiesi a don Giuseppe Sormani di “rovistare” nei documenti della parrocchia. Allora scoprii due leggende. La prima che un viandante che passava di lì, vide una vallata piena di Meli ed esclamò “Malum Vallis” cioè “Valle di Meli” … poi nel corso del tempo si trasformò in Malvaglio.
Un’altra storiella racconta: una coppia di sposi residente in paese che già si chiamava Malvaglio, ebbero “dissapori” coniugali che li portarono alla separazione. L’uomo, seppur sempre innamorato della moglie, se ne andò lontano, in Svizzera e fondò un paese. Per ricordare l’amata sposa, fondando il borgo, in onore della sua amata lo chiamò Malvaglia.
Paese che esiste davvero in territorio Svizzero.
La possibilità di un gemellaggio tra i due paesi, i nostri politici non dovrebbero sottovalutarla. Sarebbe carino.
Io non sono campanilista, sono di Malvaglio è una cosa diversa. È casa!
Lo vedi quando è un po’ che non torni, la gente ti saluta, un po’ con l’espressione “tal chi al Bias, le viv anmò!” ed è bellissimo poter parlare senza problemi il tuo dialetto.
Ricordi corrono quando ritorni in paese. Un giro al cimitero per trovare, Nonna, Mamma e la sorella recentemente scomparsa e ti accorgi di quanta gente con cui sei cresciuto che non c’è più.
Ti soffermi davanti alle loro foto e scavi nei ricordi. Una per tutte, Maria, la mamma del noto pittore Giancarlo Colli (Malvagliese DOC), guardare la sua foto e pensare a quando ti faceva da balia, quante sgridate che ho ricevuto.
La Mitica Fermina. Il mio terrore di bambino, quando arrivava lei voleva dire che doveva farmi l’iniezione.
Il “terrore” fatto persona, nessun film horror mi ha mai spaventato tanto, ma la ricordo con affetto assieme a Benianimo, mio mentore giovanile, di cui un giorno vi racconterò.
Torniamo a fare i cronisti e lasciamo i ricordi per un po’ da parte
. In Occasione di Sant’Antonio Abate, è sempre stata usanza benedire i carri agricoli, oggi sostituiti da trattori. Assieme ai carri venivano benedetti anche gli animali. Allora preziosa fonte di vita per i contadini.
Domenica mattina tutta la comunità malvagliese si è riunita in preghiera nella parrocchiale dedicata a San Bernardo. Al termine della SS. Messa il Parroco Don luciano ha benedetto i trattori dei contadini. Nell’occasione, per ricordare la benedizione agli animali, qualcuno ha portato due piccoli maialini. Alla fine però è stata anche un’occasione d’incontro tra tutti coloro che, anche da generazioni, lavorano e coltivano la loro terra. Un tavolo di dibattito a cui è sempre bello partecipare.
Unico dato negativo. Suggerimento, per i tanti agricoltori presenti, di cui conosciamo le capacità . Purtoppo, non abbiamo visto nessuna tavola imbandita per un aperitivo da “Cà Nostra”.
Speriamo che per l’anno prossimo ho lanciato un idea.