MILANO – E’ un libro, ’Vicolo Tobagi’, che non dà risposte, ma pone tante domande, quello scritto Antonello De Stefano, già assessore ad Arona, il cui fratello faceva parte del commando che uccise nel 1980 Walter Tobagi, giornalista del ‘Corriere della Sera’. E’ stato presentato, una settimana fa, al Circolo della Stampa di Milano alla presenza di ‘famosi’ magistrati come Guido Salvini e sono stati ricordati i dubbi di Craxi e del partito socialista sull’efferata uccisione.
Il 18 gennaio scorso ‘Il Giornale’ ha pubblicato una lettera di Ugo Intini che precisa quella che fu la posizione del Partito Socialista al tempo:
“Il giudice Salvini finalmente riconosce che si sono commessi gravi errori e che si è poi cercato di nasconderli. Fornisce su questo molti e gravissimi particolari. L’Informativa – in verità fu l’oggetto di una campagna lanciata dall’Avanti!, quotidiano del Partito Socialista, durante il processo contro Barbone e gli assassini – fu scoperta non dal giudice Salvini, ma da Craxi. La diede a me e fu pubblicata dall’Avanti! dopo che l’allora ministro dell’interno Scalfaro ne accertò l’autenticità, ma i magistrati non la tennero in alcun conto. Ne nacque uno scontro senza precedenti tra Magistratura e Socialisti. Il Csm tentò di fare una seduta straordinaria allo scopo di condannare l’ingerenza di Craxi e dei socialisti. L’allora presidente della Repubblica Cossiga vietò tale seduta, provocando un grave conflitto istituzionale.
Per questa campagna di verità, i giornalisti e il direttore dell’Avanti! furono condannati per diffamazione (anche a pesanti pene pecuniarie)”.
La verità non ha tempo.