Roberto Urso, ingegnere di trentasette anni e libero professionista, è uno dei candidati al Consiglio Regionale lombardo per Lombardia Progressista- Sinistra con Gori. La lista, svincolata da partiti politici nazionali, afferma «la necessità di una radicale discontinuità nelle politiche sanitarie, ambientali, su trasporti e viabilità, sui diritti e sulla scuola».
Ha precedenti esperienze politiche? Come ha maturato la scelta di candidarsi con Lombardia Progressista?
Sono stato iscritto alla sezione Pd di Robecco sul Naviglio dal 2007 al 2013 e ho svolto anche la mansione di Segretario locale del partito. Sono stato, più o meno recentemente, contattato da Lombardia Progressista, che incarna i miei valori; inoltre- cosa molto importante, dal mio punto vista-, è un movimento inserito in una coalizione di centro-sinistra. La testimonianza di una lista che, pur riconoscendosi in determinati valori, sceglie di presentarsi da sola rischia di essere fine a se stessa. A mio avviso, la capacità di mediare, essenziale in politica, ha aiutato a formare uno schieramento unito e coeso con l’ambizione e la possibilità di governare seriamente e con efficacia.
Diversi partiti politici, anche per ampliare la propria base elettorale, considerano come categorie superate “destra” e “sinistra”. Lombardia Progressista ha fatto una scelta diversa. Per quale ragione? E qual è il valore aggiunto che potete portare alla coalizione?
Non credo che i concetti di “destra” e “sinistra” siano superati anzi, mai come oggi, mi sembrano nette le distinzioni tra le due posizioni. Per quanto riguarda la sanità, ad esempio, il centrodestra punta molto sulla concorrenza: può esserci però un’effettiva concorrenza quando le liste di attesa in un ospedale pubblico sono molto più lunghe rispetto a quelle di una struttura privata? A nostro parere, servono politiche in grado di garantire una maggiore equità sociale. Una delle nostre candidate, Chiara Cremonesi, già presente in Consiglio Regionale, si è spesa per la tutela dell’ambiente e dei diritti individuali. Ricordo che il territorio magentino ha un notevole patrimonio agro-naturalistico, da salvaguardare, e che proteggere i diritti delle persone non è una pura dichiarazione di principio, ma ha delle conseguenze pratiche: si pensi, solo per citare un esempio, a quanto lavoro è necessario fare per frenare la piaga sociale della ludopatia.
Nonostante la coalizione a sostegno di Giorgio Gori si sia collocata in un ambito preciso, il candidato alla Presidenza è stato etichettato, per lungo tempo, come un uomo di Berlusconi.
“Gori, uomo di Berlusconi” è un pregiudizio che nasce dalla sua esperienza lavorativa. In realtà, osservando la sua attività come sindaco di Bergamo, Gori ha attuato politiche pragmatiche ma di centro-sinistra; basti pensare che è stato tra i primi firmatari della campagna Ero straniero (iniziativa che, tramite la raccolta di firme, mira a superare la legge Bossi-Fini e a cambiare le politiche sull’integrazione, puntando su inclusione e lavoro, ndr) .
Il centrosinistra si è mostrato ottimista in merito alla possibile vittoria in Lombardia e punta a convincere i numerosi indecisi. Non si rischia però di sottovalutare eccessivamente il buon risultato ottenuto dal centrodestra nelle scorse elezioni amministrative e la vittoria del “sì” al referendum per l’autonomia?
Ha vinto il sì, ma il referendum è stato anche usato a scopo di propaganda. Il centrosinistra non ha sicuramente vissuto dei momenti facili, ma contiamo sulla validità e sulla concretezza del nostro programma e sull’alta credibilità, anche a livello personale, di Gori. In generale, credo che lo scarto dei voti tra chi vincerà e chi perderà non sarà alto.
La criminalità organizzata sembra essere caduta nel dimenticatoio, nonostante le infiltrazioni nel tessuto politico-amministrativo ed economico. Nel vostro programma compare un capitolo dedicato all’antimafia. Al di là dei singoli provvedimenti che possono essere presi per combattere la mafia, ha percepito il grado di consapevolezza dell’elettorato a proposito?
Temo sia molto basso. Purtroppo, parlare poco di mafia – e delle conseguenze che la sua presenza ha su un territorio- non aiuta a combatterla; la criminalità organizzata riesce ad agire nell’indifferenza generale. Per questa ragione il nostro capolista, David Gentili, ha svolto diverse campagne di sensibilizzazione a riguardo.
L’immigrazione è stato il tema centrale della campagna elettorale, soprattutto a livello nazionale. Poco si è parlato invece delle persone che da anni vivono in Italia, pur essendo nate in un altro paese. Per questo avete inserito nel programma la tutela della libertà di culto?
La Costituzione italiana sancisce il diritto di professare la propria religione in modo pacifico; aggiungo che stringere rapporti con una comunità, con i suoi rappresentanti, aiuta a comprendere in tempo, e quindi a frenare, eventuali problemi. Sono convinto che, quando si vive bene in un posto, non si vuole distruggerlo.
Per quanto riguarda l’ambito di sua competenza, quali sono le politiche energetiche da mantenere e quali da cambiare totalmente?
Non c’è nulla da modificare in maniera radicale: in termini di efficienza energetica, la Lombardia è la regione capofila in Italia e con buoni risultati. Ci sono tuttavia dei margini di miglioramento, in primo luogo riguardo alla normativa attuale, molto complessa e quindi, a volte, di difficile applicazione. Occorre inoltre sviluppare maggiore comunicazione con le altre Regioni: la certificazione energetica, ad esempio, è diversa in Piemonte. Bisogna perciò lavorare per una più ampia e funzionale uniformità. Anche l’edilizia pubblica è stata, nel tempo, trascurata; per recuperare il patrimonio degradato, abbiamo intenzione, qualora dovessimo governare, di destinare l’1% del bilancio regionale a opere di riqualificazione.
Anche +Europa sostiene la candidatura di Gori. Una Regione da sola, però, non può intraprendere iniziative unilaterali con l’UE. Quali sono quindi i mezzi attuabili per favorire maggiori e proficui rapporti con le istituzioni europee?
Milano è una città europea, forse più di tutte le altre in Italia. È vero che la Regione non ha le competenze dello Stato centrale, ma possiamo correggere alcuni errori del passato; penso alla questione delle quote latte, ad esempio. In più, possiamo dare un migliore supporto a chi è intenzionato, non importa se un privato o un ente pubblico, a partecipare ai bandi europei. Preciso che tale questione è importante anche a livello nazionale, non è da circoscrivere solo all’ambito regionale.
Quali sono state, a suo avviso, le iniziative elettorali più importanti a cui ha partecipato?
Il 20 febbraio abbiamo distribuito numerosi volantini per presentare la nostra proposta di gestione del servizio di trasporto ferroviario regionale; attraverso una gara europea, possiamo ottenere un servizio più moderno. La migliore qualità è una richiesta che può essere avanzata già in fase di gara.
Domenica 25 febbraio ho presentato la mia candidatura, insieme a Chiara Cremonesi, a Robecco sul Naviglio. Venerdì 2 marzo ci sarà la chiusura della campagna elettorale, insieme agli altri componenti della coalizione, presso il teatro Franco Parenti di Milano.