riceviamo e Pubblichiamo
Lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’ho trovato. Negli anni, me lo sono ripetuto più volte. Dalle prime uscite come educatore, agli impegni universitari, a quelli sul mondo del lavoro. L’ho fatto perché ci credo davvero, come ho creduto in tutte le sfide che ho accettato.
Questa sfida, la candidatura nel collegio uninominale di Abbiategrasso, è stata la più difficile. Non sono io a dirlo, anche se i segni della stanchezza si fanno sentire sempre più, ma lo hanno deciso i numeri. Il centrosinistra, nel nostro collegio, partiva in svantaggio di oltre 12 punti percentuali. Qui, Silvio Berlusconi imponeva come candidata del centrodestra una delle sue “fedelissime”, con la certezza di vincere.
Ho deciso di combattere ugualmente una battaglia impari ma ugualmente onorevole. A gennaio, infatti, il Partito Democratico mi offriva un posto nel listino proporzionale: una posizione che ho rifiutato, scegliendo di metterci la faccia in prima persona, senza essere sostenuto da rapporti di forza interni al partito.
Ho puntato tutto sulla logica del collegio uninominale, che permette ai cittadini orgogliosi della propria identità di scegliere i rappresentanti del territorio in cui vivono, l’Est Ticino.
Oggi, i numeri che ci davano già sconfitti, hanno trovato una conferma ancor più amara: abbiamo perso. Dicono che il primo passo per accettarlo sia scandire queste parole. Altrimenti ci si ritrova, negli anni, a pensare, pensare e ripensare a quanto fatto. Purtroppo, anche qui nell’Est Ticino, hanno prevalso una logica di potere partitocratica e un vento nazionale fortemente contrario. Poco importa se chi si è candidato non conosce il territorio e i suoi bisogni, poco importa se ha fatto registrare solo l’1 per cento di presenze in Parlamento, poco importa se ha dichiarato di voler rappresentare gli interessi dei lecchesi.
I cittadini hanno scelto così e la volontà popolare è sovrana.
A me è rimasto il gusto di essere andato controcorrente, con orgoglio e con onore, a combattere una battaglia politica che ritengo giusta. Questa sera, però, quando i risultati stanno ancora arrivando, voglio ringraziare le persone che mi sono state accanto e sostenuto.
Marisa, i miei figli, la mia famiglia. Gli amici di sempre e quelli che ho incontrato da poco. I volontari, che mi hanno regalato ore del loro tempo prezioso: a loro dico che “oltre le buste da piegare c’è di più”. Paolo e Federico, che mi sono stati al fianco con precisione e senza fatica. Le associazioni con cui ho condiviso tanti momenti. Corbetta. Il Partito Democratico e i suoi circoli. E tutti coloro che mi hanno regalato un sorriso, una critica, un consiglio e un abbraccio. Grazie. Grazie davvero.
Oggi guardo al futuro con una certezza. Il nostro Paese ha bisogno di serietà, passione e competenza. Nessuna delle forze in campo ha la bacchetta magica, però c’è una forza politica che può vantare una classe dirigente senza eguali. Quella forza è la società civile. Una forza che non si lamenta ma che lavora e propone.
Occorre ripartire da qui, dalla formazione per i giovani e dalla competenza di tutte quelle persone che, nel loro piccolo, contribuiscono a migliorare l’Italia. Durante il mio lavoro da sindaco, da consigliere regionale e da deputato ho potuto conoscere il lato più bello del nostro territorio. Ora voglio impegnarmi, fuori dalle istituzioni, a fare rete tra i soggetti virtuosi, a creare dialogo tra i giovani e le aziende del territorio, a fornire loro opportunità di formazione.
Abbiamo ereditato un territorio straordinario. A noi il compito di proteggerlo e di creare le condizioni affinché ogni cittadino, ogni associazione e ogni azienda possano qui esprimere tutte le proprie potenzialità. Fuori o dentro le istituzioni, il compito spetta a ognuno di noi.
E, infine, ancora un altro… Grazie!
Francesco Prina