ALTOMILANESE – La letteratura nazionale è un passatempo di chi se lo può permettere e il territorio del Castanese ha fatto fatica ad entrarci. Uno dei primi che ne scrisse fu Carlo Porta, famoso esponente della poesia dialettale milanese, che nel ‘Brindisi del Meneghino’ del 1815 passa in rassegna i vini che allora si producevano nell’Alto Milanese e tra questi considera il vino di Castano ‘brillant e giuios’ (succoso), ma soprattutto quello di Buscate, chiedendo che gli venga portato un ‘martin’ cioè un fiasco: “Scià on martin de Buscàa’”, un verso che ha dato il nome al noto ristorante buscatese.
Un altro poeta dialettale milanese, Delio Tessa, che di professione faceva l’avvocato, agli inizi del Novecento veniva spesso dalle nostre parti con il ‘Gamba de Legn’ e sul tranvaj incontra al ‘Togn d’Inverun’, che nessuno vuole nemmeno l’ospedale, e ne tratteggia la figura dolorosa.
Anche Carlo Emilio Gadda ebbe l’occasione di frequentare i nostri paesi da cui trasse l’ispirazione della ‘Madonna dei filosofi’: “A metà strada tra Boffalora e Turbigo c’è una strada che traversa e da una banda si sperde fra salci ed altissimi pioppi verso il Ticino; e dall’altra con forte salita, valica lo spalto boschivo segnante, nella coltre fonda della pianura, l’erosione del fiume”. Siamo al palazzo Clerici di Castelletto di Cuggiono, allora di proprietà Ripamonti, dove tra “finestre con cornici barocche di pietra grigia” si trovava il dipinto seicentesco di una Madonna fatta realizzare come ex-voto (…).
Ai nostri tempi Nino Maiellaro nel suo romanzo ‘L’isola delle comete’ (Camunia editore, 1990, p. 17) descrive la battaglia di Tornavento del 1636. Infine, Laura Pariani con i suoi racconti, ma anche Philippe Daverio ha inserito Via Gaggio nelle sue 127 passeggiate d’autore contenute nel libro ‘La buona strada’.