ROBECCHETTO – Perché parliamo del restauro della ‘Torre di Mezzogiorno’ (curato dagli architetti Giorgio e Sofia Mantica) del complesso monastico di Voltorre in ‘Sei di Robecchetto..” e nella pagina di ‘San Nicolao di Padregnano’?
Perché c’è una ‘parentela’ tra Voltorre e Padregnano, stretta. A Gavirate sono riusciti a restaurare il monastero, a Padregnano rimane solamente l’antica chiesetta di S. Nicolao – testimone di un passato illustre – che resiste, ma sta tirando gli ultimi.
Pur essendo coeve, è stata diversa la fortuna storica della chiesa di San Michele di Voltorre (che risale al 1154) e quella di di S. Nicola. San Michele compare in un privilegio papale rilasciato a Fruttuaria in cui la chiesa varesina è inserita tra le dipendenze di S. Benigno di Fruttuaria. Non vi è modo di stabilire se il legame con l’abbazia piemontese, fondata da Gugliemo da Volpiano, fosse più antico, si sa però che a partire dagli ultimi decenni del XII secolo l’importanza di Voltorre crebbe, in concorso con il declino del primo Priorato fruttuariense in diocesi ambrosiana, appunto quello di S. Nicolao di Padregnano. Successe che, l’intero patrimonio fondiario di Padregnano (1197), finì in mano ai priori di Voltorre che acquisirono anche la funzione vicariale sulle dipendenze di Fruttuaria, collocate a est del fiume Ticino, un tempo appartenuta a Padregnano.
Poi, quando nel 1519 Voltorre passò in possesso dei Canonici Lateranensi, questi conservarono l’Ospizio e la chiesa di San Nicolao. Difatti, negli Atti della Visita Pastorale compiuta il 7 giugno 1753 dal cardinalPozzobenelli, si legge che all’oratorio di S. Nicola di Padregnano “adhaeret ospitium RR. Canonicorum Regularium Mediolani meridiem versus. Ab anteriori parte muro circumdatur in quo excavata est ianua tribus supra viginti (m. 4,20 x 13,80 circa). Huius oratorii conservatio spectat ad monasterium”. In seguito l’acquisizione da parte di privati e la fine della storia.
(Bibliografia, Manaresi-Santoro, G. Calligaris, A. Palestra).