Sulla Via XXV aprile, pubblicata qualche tempo fa, abbiamo ricevuto due osservazioni da turbighesi doc. Nella prima si segnalava l’esistenza di una roggia lungo la Via (probabile residuo di quello che fu il torrente Arno) che fu chiusa all’inizio del Novecento; l’altra, segnalava l’esistenza di alcuni tratti di quel canale defluitore (scavato in fretta e furia dai contadini di Baldassare Gennaro di Robecchetto, agente della Casa Fagnani, venuti in aiuto ai turbighesi inondati nel 1836), ancora visibile in alcuni tratti, parallelo alla strada Molinara, sulla destra, andando verso Castano.
Infine, un turbighese ci aveva chiesto di scrivere la storia della ‘Curt dell’ingegné’ che si trova, appunto, in Via Villoresi con la quale prosegue e si avvia alla fine la nostra Storia delle Vie turbighesi iniziata due anni fa.
151 – VILLORESI Eugenio, ingegnere
Da Via XXV aprile al confine con Robecchetto fu denominata nel 1932, con il nome e cognome del progettista del famoso canale entrato in servizio alla fine dell’Ottocento con l’intento di irrigare l’altopiano asciutto. Storicamente chiamata ‘strada per Robecchetto’, lungo quella che, probabilmente, è una delle Vie più lunghe del paese ci sono presenze storiche importanti. Ne elenchiamo qualcuna. Innanzitutto, il perché della denominazione del ‘cortilone’ più importante (di cui pubblichiamo la foto d’entrata):
CURT DALL’INGIGNE’ – L’ingegnere era Antonio Airoldi, la cui sorella Clotilde abitava proprio lì, insieme al fratello, in quella che fu anche la Casa Arconati. Abbiamo studiato la figura e l’opera di questo ingegnere, vent’anni fa, ai tempi della ‘Storia di Robecchetto’. Risale a quel tempo la scoperta che, la signora Clotilde Airoldi, prestò al Comune di Robecchetto la bella somma di £. 25mila (restituzione in 12 anni) affinché quello che era stato il palazzo dei nobili Fagnani fosse ristrutturato ad uso Scuole e Uffici comunali. Tale benevolenza fu promossa dall’allora Sindaco – e fratello – Antonio Airoldi e fu certamente sua l’idea e, probabilmente, anche le 25mila lire messe a disposizione. Precedentemente, nel 1911, aveva già acquistato buona parte dei beni degli ultimi Arese Lucini, ad eccezione del palazzo che pensò di destinare ai suoi compaesani nel 1920. L’affetto dei robecchettesi di allora si maniestò dedicando la piazza principale del paese – oggi piazza Libertà – al grande benefattore che è sepolto nel cimitero comunale. Fu molto amico dell’ing. Paolo Tatti (entrambi non si sposarono per cui non ebbero eredi diretti) al punto da entrare nel Consiglio comunale turbighese nel 1905 e, in seguito, fu nominato assessore. Nel 1911 venne ad abitare a Turbigo (Atti dal 1898 al 1962 – cat. 12 cl. 1 fasc. 1920, Registro delle Immigrazioni – cart. 44) dando il nome alla famosa ‘Curt dall’ingegné’ e l’anno successivo fu eletto sindaco di Robecchetto con Induno, carica che mantenne per un decennio (1912-1922).
ARCONATI – La presenza di un membro di questa nobile famiglia (che abitava nella casa in fondo alla Curt dall’ingegné – lato Via Libertà, la quale aveva una rara volta a botte unghiata, immobile ristrutturato una ventina di anni fa dall’arch. Paoletti Rosanna Rivolta) dei marchesi di Busto Garolfo, è documentata da un legato parrocchiale (1666) e non solo: “Il giorno 13 ottobre 1577 veniva battezzata Giovanna Francesca, figlia del ‘signor’ Cesare Arconati e della ‘signora’ Biancha, compadre e comadre furono il ‘signor’ Pompilio Piatti e la ‘signora’ Julia di Trezzi Piatta”.
IL PONTE – Del raddoppio delle Ferrovie Nord gli amministratori locali hanno cominciato a sentirne parlare trent’anni fa (1985-90). Fu allora che si cominciarono a chiudere i passaggi a livello incustoditi, come quello posto in Via Novara. La ‘Via Ticino’ fu realizzata dalle Ferrovie Nord, in ottemperanza ad una convenzione con il Comune, proprio a seguito della chiusura del passaggio a livello, posto appena dopo l’ex stabilimento Rossari&Varzi verso Galliate.
Un altro grande intervento del tempo, sempre a Turbigo, fu il rifacimento del ponte di Via Villoresi (inaugurato nel 1993, foto pubblicata in evidenza), un sovrappasso ferroviario – che eliminava anche una strozzatura alla viabilità locale, come vediamo dalla foto pubblicata – progettato già per il secondo binario, che portò anche alla realizzazione del ‘Prolungamento di Via alle Cave’ che sbucava appena a monte di quello che fu il passaggio livello di Via XXV aprile. Seguì il marciapiedi (alla destra, salendo) realizzato al tempo dell’Amministrazione Goi.
FOTO 1 – L’entrata della ‘Curt dell’ingigné’; 2 – il ponte di Via Villoresi prima della demolizione; 3 – Lavori in corso di demolizione del vecchio ponte realizzato nel 1887 dalla ferrovia