Il gran premio di Argentina si è concluso con la vittoria di Crutchlow davanti a Zarco e Rins. Una gara pazza, come dimostra l’insolito podio, dove protagonista è stato il meteo in continua variazione, che ha costretto i piloti al cambio moto a pochi minuti dallo start. Una gara ricca di emozioni e colpi di scena, che coinvolgono ancora una volta il Dottore e il Cabroncito. Marquez, penalizzato con un ride trough per partenza a moto spenta, risale dal 19esimo al 5° posto, stendendo, però, il 9 volte campione del mondo. La Dorna non ha esitato a punire la manovra a dir poco sconsiderata e ha rifilato allo spagnolo una penalizzazione di 30″ con il conseguente 0 in classifica, nonostante il piazzamento in zona punti. Nel post gara, il pilota della Honda si è recato nel box Yamaha per rivolgere le dovute scuse al 39enne nativo di Tavuglia; le scuse, però, sono state rispedite al mittente da Rossi, imbufalito per l’ennesimo danno subito da Marc. Ma fino a che punto può arrivare questa rivalità? Valentino, nella sua prestigiosa carriera in MotoGP, ha avuto a che fare con piloti dotati di uno spiccato carattere e una personalità molto forte (vedi Biaggi e Gibernau), ma questa situazione non gli si era mai presentata. Ma ripercorriamo bene i fatti salienti: due anni fa, Rossi, nella conferenza stampa alla vigilia della gara a Kuala Lumpur, denuncia il comportamento scorretto di un Marquez ormai fuori dai giochi per quanto riguarda la corsa al titolo, che, secondo il suo parere, ha favorito in maniera abbastanza evidente Lorenzo nel Gp di Philip Island. Marc smentisce tutto, ma la scintilla è già scattata. In qualifica Rossi conquista il terzo posto e la prima fila, sopravanzando il compagno di squadra Lorenzo, con il quale si trova in lotta per il Mondiale 2016. La gara, che vedrà trionfare Dani Pedrosa, è ricordata da tutti per il presunto calcetto che Rossi rifilò a Marquez, costatogli, poi, la partenza dall’ultima piazza nel Gran Premio decisivo a Valencia, dopo che lo spagnolo aveva ingaggiato una furibonda lotta con l’italiano. Ed è proprio qui che Marquez, in gara, scorta letteralmente Lorenzo al traguardo. Sembra che arriva il chiarimento, l’anno successivo, dopo il trionfo di Valentino in Catalunya, con la stretta di mano tra i due. Ora pare che il tempo sia tornato indietro a quel 2016; lo testimoniano le parole di Rossi: “Ho paura. Con Marquez in pista non mi sento al sicuro e protetto dalla direzione gara. Marc non ha rispetto per gli avversari, lui ti punta sempre il ginocchio perché sa che così non può cadere e spera che tu, invece, vada per terra. Lo ha fatto con Espargaro ed è entrato con venti chilometri orari in più in curva a duecento all’ora. Non mi deve più parlare e guardare in faccia.” Dichiarazioni cariche di tensione e rabbia, ma che descrivono nel dettaglio il momento particolare. Concludo, infine, lasciando a voi, cari lettori, un quesito: perché Marquez non è stato fatto partire dai box, dopo lo spegnimento della sua moto, ma gli è stato concesso di spingerla per favorire la riaccensione di essa, incappando in una manovra scorretta? Perché la legge sportiva motociclistica è valida per ventitré piloti ma non per lo spagnolo?
Rossi contro Marquez: fino a che punto può arrivare questa rivalità?
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