Dopo l’impresa compiuta dalla Roma, che ha battuto 3-0, davanti al pubblico in delirio dell’Olimpico, il Barcellona di Messi e Suarez, ribaltando il 4-1 bugiardo dell’andata (arrivato con gli autogol di De Rossi e Manolas), e il miracolo sfiorato ieri sera dalla Juventus, che batte il Real Madrid 3-1 al Santiago Bernabeu, grazie alla doppietta di un ritrovato Mandzukìc (3 gol rifilati alla compagine madrilena, se contiamo anche la rovesciata in finale a Cardiff) e alla rete di Matuidi su errore di Keylor Navas, gol vanificati a causa del discusso rigore provocato da Benatia ai danni di Lucas Vazquez, che ha portato all’espulsione di un furente Buffon e alla marcatura di Ronaldo, un fatto è certo: il calcio italiano non è morto, dopo la galeotta eliminazione dell’Italia dai Mondiali, ma più vivo che mai e non ha, di certo, nulla da invidiare rispetto agli altri sistemi calcistici europei. La squadra della capitale è riuscita ha giocare una partita perfetta, soprattutto nelle retrovie, dove il trio Manolas-Fazio-Jesus ha limitato Messi e Suarez, a tratti assente nel corso del match, mentre, a centrocampo De Rossi e Nainggolan hanno predicato calcio a giocatori come Rakitic, Sergio Busquets e Iniesta, che ha lasciato il posto, a dieci minuti dalla fine, ad Andrè Gomes. De Rossi ha sfornato la miglior prestazione da qui a inizio anno, azzeccando tutti i lanci per un fenomenale Dzeko, e dando alla squadra i giusti tempi di gioco. Nainggolan è ritornato al suo ruolo prediletto, il trequartista di quantità e qualità, visto con Spalletti. Ma la vera arma tattica è stata Schick, schierato da seconda punta, per togliere Dzeko dalle attenzioni della difesa. A proposito di Dzeko, il bosniaco ha letteralmente fatto ammattire Piqué, trovatosi in difficoltà nel duello fisico, soprattutto sul piano della velocità (da anni tallone d’Achille del catalano),e Umtiti, autore dell’errore che ha portato al gol della punta della Roma. E’, però, anche il trionfo di Eusebio Di Francesco, criticato da molti dopo il pareggio a Bologna e la sconfitta casalinga con la Fiorentina (dalla scomparsa di Astori, la Viola sta tenendo un ritmo da Europa League con un Simeone indiavolato, autore di 2 gol nelle ultime due), capace di dare la giusta carica ai suoi e di gestire al meglio le energie in vista della partita, che ha portato, poi, i giallorossi in semifinale. Passando ai bianconeri, la Vecchia Signora ha disputato una sfida a dir poco perfetta per novantadue minuti, rovinata dall’episodio che sta scatenando non poche polemiche. Mandzukìc ha distrutto fisicamente Carvajal (lo testimoniano i due gol di testa, di cui il primo è una chiara disattenzione dello spagnolo che lascia staccare il croato indisturbato), ma deve ancora ritrovare la giusta condizione fisica; la chiave, però, è stata la gabbia creata dagli uomini di Max Allegri attorno a CR7, parso nervoso per un ampio tratto del match. Kroos e Modrìc non hanno retto la fisicità di Matuidi, partito in panchina all’andata, ma rivelatosi ancora una volta indispensabile. L’unico rimprovero che si può fare al tecnico livornese è il non aver cambiato Benatia con Rugani, dopo che il marocchino ha ricevuto il cartellino giallo per un fallo tattico a centrocampo, in seguito ad un’uscita in pressing non molto consona per il momento della gara. Aspettiamo il risultato dell’unica superstite in Europa League, la Lazio, che stasera difenderà a Salisburgo il 4-2 di giovedì scorso. Di certo, l’Italia non sta affatto sfigurando nelle competizioni europee, contando anche il percorso del Milan, eliminato dall’Arsenal agli ottavi contro il quale era stato fischiato un rigore a inesistente per contatto di Rodríguez su Welbeck, dopo che Calhanoglu aveva regalato il vantaggio ai suoi con una perla dalla distanza.