Completata la ‘Storia delle Vie turbighesi’, pubblichiamo una serie di note raccolte da diverse fonti, che ci hanno permesso di documentare tale ricerca. Cominciamo da quanto scoprimmo all’Archivio di Stato di Milano di Via Senato, una quarantina di anni fa. Ci andavamo di sabato e rimanevano lì tutto il giorno a consultare le tre cartelle che gli addetti ci mettevano a disposizione. Un giorno, consultando gli indici del ‘Fondo di Religione’, ci capitò in mano la soppressione del convento degli Agostiniani Scalzi del ‘loco’ di Turbigo. Una ‘scoperta’ che diede vita alla rivista di storia locale ‘Contrade Nostre’ (1978).
Quelle che seguono sono notizie-dati di storia turbighese, rivenuti nei ‘sabati di ricerca’, provenienti da documenti conservati all’Archivio milanese, ancora oggi consultabili. Le segnature sono le seguenti:
– ‘Fondo Mappe piane c. 3292’ (relative al Catasto Teresiano del 1722);
– ‘Fondo Mappe piane c. 1723 (relative al Catasto Lombardo-Veneto del 1856);
– ‘Fondo Mappe arrotolate 2° serie c. 1336 (del 1722 ridisegnata);
– ‘Catasto’ c. 8675 (relativa al 1856).
TURBIGO NEL 1856 – VIABILITA’
1 – Strada regia o provinciale per il porto da una parte e per Castano dall’altra;
2 – Strade comunali: del Camposanto; dei Novarigo; costa dell’Arbusta; Monteruzzo: Contrada Fredda; del Convento; di Sant’Anna (nel ‘700 c’è ancora una cappelletta sul confine con Robecchetto); del Mulino; Praderie; della Gatta; dei Bari (è la strada per Lonate, oggi Via Matteotti). Ben poche erano le strade comunali del tempo. Oggi, come abbiamo visto nella ‘Storia delle Vie’, sono ben 156!
3 – Strade consorziali: delle Brughiere; del Ponte Vecchio; dell’Arbusta; alla Caterina (?); Santa Maria; Valle Bagatte (o Bagosta); del Ponte di Turbigo. L’esistenza di toponimi ‘ponte vecchio’, ‘ponte di Turbigo’ indicano antichi passaggi sul fiume, prima dell’attuale ponte ferroviario del 1887.
Esiste il Porto nominato di Turbigo al quale si va dalla strada regia che parte da Milano e mette allo Stato Sardo (le strade ‘regie’ erano tutte quelle che partivano da Milano e arrivavano ai confini di Stato).
La strada alzaia del Naviglio è regia.
C’è un mulino da grano sulla roggia molinara. (è il famoso ‘Molino del Pericolo’ recentemente riportato da nuova vita).
TOPONOMASTICA (tra parentesi i mappali relativi):
1 – Ronco Antongina, corte dei nobili (22-23 proprietà Riva), 2 – Vic. Basà: 3 – Conrada della Bettola, vigna di casa, praderio di sotto, contrada Fredda, pradino, Monteruzzo (144-188); campo dei frati, cassina Cubia (Coria-Corio), vignazza, sanguria, campo marcion (200); burci, campo fontana, ticinera, schiavi, novelletta, costa della chiesa, ronco, schiavetto, novarighino, belvedere, novarigo grande (236), porta camera (237-243), carderaccio, magheretto, arbusta, castanelli, gatta, bagosta, romagnolo, brughieraggia, gaggio (341, 342 – classico toponimo longobardo), folla, lanca di folla, S. Maria, cassinaccia, cascina Zecca, bosco del ram (o ramo del Ticino), praderia. Villaria, geraccia, porto (446), prato risaia, torazza (o torrazza proprietà Francesco Riva e F.lli q.m Luigi – mapp. 457- 459), prato del molino, giambrolo, somasca, varaschino, sugognera, stallazzo (21, casa colonica), rogherotto, campo bisolo, castellaccio.
Il mappale 459 è ripa di strada proprietà dell’Erario – IR Finanza
FOTO – Le zone urbanizzate alla fine dell’Ottocento, come risulta dal primo Piano Regolatore, nella tavola dal titolo ‘Stato di fatto 1890’, realizzato dagli architetti Roberto Biscardini, Antonello Boatti, Fabio Frontini nel 1980