Filippo è un bambino di nove anni che conosce la sofferenza a sa cosa significhi la paura. Anche se la sua vita è breve ha già vissuto storie di emarginazione, esperienze di bullismo e razzismo. Sulla sua pelle. Perché la era la vittima. Lui dislessico e autistico. Filippo, grazie ad una mamma che lo ha seguito in ogni momento, oggi si è preso una prima rivincita pubblicando un libro. Ebbene sì, Filippo può ben definirsi lo scrittore più giovane nel magentino e, pensiamo, anche di un territorio più vasto. Il suo libro si intitola ‘Teste di Zucca’ ed è stato scritto con la collaborazione della mamma Luisa Di Biagio che lo ha riadattato partendo da quello che definisce il ‘dislessichese’.
Ventidue racconti brevi di genere horror. Tutti derivano da storie vere, vissute. Ma cos’è la dislessia? Filippo risponde: “E’ un diverso modo di apprendere”. E l’autismo? “E’ un diverso modo di pensare”. Sorride. Vuole fare lo scrittore. Non il giornalista, perché è un mestiere diverso. “A fare lo scrittore si può fare tutto con più calma – dice – ci si mette in camera, si pensa e si scrive”. Alcuni episodi di bullismo subiti quando ha vissuto con la mamma a Londra li ha percepiti come semplici incidenti. Capitava che si giocasse con gli amici e poi venisse picchiato senza motivo. Quasi si dava la colpa per quello che era accaduto raccontando di essere caduto. Ha ricevuto tante porte in faccia.
“Una volta – racconta la mamma – una maestra ha urlato in sua presenza che nella sua classe non voleva bambini con problemi”. Tante le storie dalle quali Filippo ha attinto e rielaborate in racconti horror. La parola mostro nei suoi racconti ricorre spesso ed assume sempre connotazioni differenti. Il libro merita di essere letto. Testimonia che una buona accoglienza delle diversità porta ad un buon risultato. E il libro di Filippo è sicuramente, un ottimo risultato.