(Magenta) – Chi ha avuto la dolorosa esperienza di una frattura alla mano, avrà sicuramente un cattivo ricordo del periodo di immobilizzazione durante la convalescenza, a causa della importante limitazione delle proprie attività e dei fastidi provocati dal classico “gesso”, soprattutto d’estate. Questo rassicurante strato bianco e costellato di firme, che da sempre ha protetto braccia e mani fratturate, può finalmente essere archiviato come un brutto ricordo.
La Struttura semplice di Chirurgia della Mano dell’Ospedale di Magenta, importando dall’Ortopedia le moderne tecniche di fissazione elastica, utilizza da tempo un mini fissatore esterno che viene montato per immobilizzare le fratture dei piccoli segmenti ossei della mano e delle dita.
Il mini fissatore esterno consiste in un ponte rigido di piccole dimensioni che fissa alcuni fili metallici, poco più grandi di un ago, posizionati nei frammenti dell’osso fratturato, che viene in questo modo immobilizzato.
Il montaggio avviene in anestesia locale, e permette una igiene completa della sede di applicazione, evitando il rischio di infezione oltre ai fastidiosi odori sgradevoli emanati dalle immobilizzazioni classiche, quando indossate per lungo tempo.
Il notevole vantaggio per il paziente è quello di bloccare il solo elemento infortunato, mantenendo libere le articolazioni e le dita vicine, che si potranno muovere attivamente, evitando così che i movimenti della mano e delle dita si irrigidiscano.
Con il metodo “classico” una frattura, anche se limitata a una sola falange, richiedeva una immobilizzazione estesa sino all’avambraccio. A guarigione avvenuta il paziente, specialmente se anziano, doveva spesso sottoporsi a lunghe e dolorose sedute di terapia riabilitativa.
Nel caso di fratture complesse, che richiedono tempi di guarigione ovviamente più lunghi, non si ha il rischio di rigidità delle articolazioni e di riduzione della massa muscolare, poiché il paziente può effettuare movimenti attivi da subito e la ripresa dei movimenti a guarigione avvenuta è rapida, senza ricorso al fisioterapista.
Ovviamente occorre evitare gli sforzi e fare attenzione a non urtare il fissatore, ma si può utilizzare senza problemi una tastiera, scrivere, occuparsi della propria igiene o mangiare senza difficoltà e in completa autonomia.
La rimozione del fissatore , dopo la guarigione della frattura, non richiede un ulteriore intervento chirurgico, ma viene effettuata in ambulatorio, senza necessità di anestesia, con un procedimento praticamente indolore.
All’Ospedale di Magenta, in circa 4 anni, abbiamo trattato oltre 300 casi. I soddisfacenti risultati della nostra esperienza, oggetto di comunicazione al 56° Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia della Mano in programma per il prossimo mese di ottobre, ci hanno permesso di affinare questa tecnica che viene oggi applicata praticamente a tutte le fratture della mano, anche se complesse e in sedi particolari.
Ad esempio la frattura della base del metacarpo del pollice, richiedeva un tempo la immobilizzazione del polso e di tutta la colonna del pollice, rendendo la mano completamente inutilizzabile. Bloccando invece la stessa frattura con un mini fissatore, il polso e il pollice rimangono completamente liberi, e si può scrivere senza difficoltà e muovere la mano senza dolore.
Dottor Dante Remo Tunesi, Direttore della Chirurgia della Mano dell’Ospedale di Magenta