LE RICERCHE STORICHE DI ANGELO PARATICO – Il suo soprannome fu “generale vendetta” ed ebbe una vita assai movimentata. Le sue fortune iniziarono con una palla austriaca presa in petto a Turbigo, zona Arbusta, ancora giovane tenente del I reggimento Tirailleurs Algerini, il 3 giugno 1859. La ferita gli valse una medaglia della Legion d’Onore per il coraggio dimostrato. Poi servì la Francia in Indocina, durante la guerra franco-prussiana e in Tunisia.
Fu immensamente popolare per via della sua retorica infuocata, a tal punto che si temette una sua presa del potere violenta nel gennaio 1889. Promosse un forte movimento nazionalista, che fu chiamato “revanchisme” un termine ancora usato in Francia, che ebbe molta presa sul popolino, sui cattolici tradizionalisti e sui nostalgici della monarchia. Inoltre promosse una vigorosa campagna politica per vendicarsi della Prussia di Bismark e della sconfitta subita a Sedan nel 1870, fu anche ministro della guerra e deputato.
Dovettero cambiare la legge elettorale per impedirgli di fare il pieno alle elezioni del settembre 1889, infatti le perse e dopo la sconfitta elettorale, quando si seppe delle sue trame golpiste, per sfuggire a un ordine d’arresto fuggì a Londra e poi in Belgio. Caduto in disgrazia ed esiliato, si suicidò in un cimitero di Bruxelles, romanticamente sparandosi una pallottola in testa sulla tomba della donna amata, Madame de Bonnemains (née Marguerite Crouzet) che, malata di tisi come la Violetta della Traviata, era morta fra le sue braccia due mesi prima.
I marxisti videro nel movimento di boulangisti da lui diretto una forma di proto-fascismo, ma secondo altri sarebbe in realtà un fenomeno tipico della sinistra radicale. Insomma, le idee restano piuttosto confuse! Ma il futuro primo ministro Clemenceau che aveva le idee sempre chiare, quando seppe del suo suicidio, commentò dicendo che: “E’ morto com’è sempre vissuto, da sotto-tenente”.
Boulanger aveva avuto una visione di gloria militare quando fu ferito a Turbigo, vedendo in lontananza il campanile di Robecchetto, come Napoleone sul ponte d’Arcole, ma non ebbe il genio del côrso per trasformare il fantasma dell’impero che gli era apparso, in una realtà.
Fu immensamente popolare per via della sua retorica infuocata, a tal punto che si temette una sua presa del potere violenta nel gennaio 1889. Promosse un forte movimento nazionalista, che fu chiamato “revanchisme” un termine ancora usato in Francia, che ebbe molta presa sul popolino, sui cattolici tradizionalisti e sui nostalgici della monarchia. Inoltre promosse una vigorosa campagna politica per vendicarsi della Prussia di Bismark e della sconfitta subita a Sedan nel 1870, fu anche ministro della guerra e deputato.
Dovettero cambiare la legge elettorale per impedirgli di fare il pieno alle elezioni del settembre 1889, infatti le perse e dopo la sconfitta elettorale, quando si seppe delle sue trame golpiste, per sfuggire a un ordine d’arresto fuggì a Londra e poi in Belgio. Caduto in disgrazia ed esiliato, si suicidò in un cimitero di Bruxelles, romanticamente sparandosi una pallottola in testa sulla tomba della donna amata, Madame de Bonnemains (née Marguerite Crouzet) che, malata di tisi come la Violetta della Traviata, era morta fra le sue braccia due mesi prima.