Abbiamo atteso con trepidazione le nomine dei Ministri del nuovo Governo Conte e, ancora una volta ci sono cadute le braccia! Dopo anni di battaglie femministe, di attestazioni di stima e rispetto verso le donne che in ogni campo della vita pubblica tengono alto il nome dell’ Italia nel mondo, il nuovo Governo è stato composto ( il passivo è d’obbligo) da solo 5 dicasteri al femminile , su 18 totali. ” Rispetto troppo le donne, per cui no alle quote rosa”, questa la dichiarazione del nuovo Ministro dell’Interno, per giustificare tali scelte. Siamo convinte che questo “rispettoso “pensiero maschile sia condiviso da molti, politici e non . Anche a noi non piacciono le quote rosa, ma, ormai ne siamo certe, sono, per ora, l’unico modo di fare accedere le donne ai ruoli chiave della società e darci modo di dimostrare che, in quanto a competenze, idee, resistenza allo stress prolungato e capacità di analisi, nonché decisionale immediata, gestione delle emergenze non abbiamo niente da invidiare agli uomini. Chi ricorda Marisa Bellisario che, dopo una sfolgorante carriera da dirigente Olivetti in Italia e negli USA, nel 1981 divenne AD di ITALTEL? Riuscì a ristrutturarla , in accordo con i sindacati, dove altri avevano fallito, e a triplicarne il fatturato in tre anni, dopodichè le fu negata la nomina di AD della TELIT (che doveva nascere dalla fusione di Italtel e Telettra) da parte del gruppo Fiat ( anni ‘80). Marisa Bellisario credeva nella meritocrazia e nella gerarchia del merito e, dopo il suo siluramento per pregiudizio di genere, fu coniata l’espressione ” soffitto di cristallo”: quello che, ancora oggi le eccellenze femminili in campo scientifico, accademico, politico e del mondo del lavoro, non riescono a sfondare perché gli uomini, spesso non all’altezza dei ruoli dirigenziali ricoperti, li difendono strenuamente per interessi di genere. Sono passati trentacinque anni da allora, ma niente é cambiato, anzi i problemi che riguardano la questione femminile si sono radicalizzati e, in alcuni casi, diventati vera emergenza per tutto il Paese. I giornalieri femminicidi e gli stupri, le denunce per molestie sessuali e le dimissioni in bianco, ormai consuetudine nel mondo del lavoro, hanno assunto numeri inaccettabili . Detto ciò si pensava che “un governo del cambiamento “, quale viene definito dai suoi/e sostenitori/ici avrebbe restituito il Ministero delle Pari Opportunità, che il precedente governo aveva ridotto ad una delega in mano alla Ministra per le Riforme Costituzionali, (che c’entrano come i cavoli a merenda con le questioni di genere ) e che, francamente, non ha prodotto granché. Invece le nostre speranze sono state subito disattese : nessun Ministero, tanto a che serve spendere i soldi che le Italiane creano ,col proprio lavoro e le tasse pagate, per contrastare i femminicidi, la violenza domestica, lo stalking e le molestie, per formare docenti e alunni sul rispetto di genere e sull’educazione all’affettivitá….? Ma, visto che un contentino bisogna pur darlo alle tante nuove elettrici , è stata mantenuta la delega alle Pari Opportunità ( che vuol dire: senza portafoglio) e assegnata a un uomo. Capito? La delega alle Pari Opportunità e ai Giovani è stata assegnata a Vincenzo Spadafora , nominato anche Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: cosí avrá sicuramente tutto il tempo per dedicarsi a incarichi di così ” poco conto” ( i giovani e la donne) , con il giusto impegno…Il governo del cambiamento ha ritenuto che un uomo sia competente in materia di disparità di genere, di violenze contro le donne, di gap retributivo e di difficoltà di accesso e reinserimento nel mondo del lavoro per barriere di genere, di femminicidi e di tutti i problemi del mondo delle donne. Non vogliamo pensare male e in maniera preconcetta riguardo Spadafora, ma riteniamo che, quando si devono affrontare problemi di genere e di pari opportunità, in una società in cui la cultura misogina è radicata in tutti i campi ed è perpetrata non solo dagli uomini, ma anche da tante donne, se c’è la volontà di iniziare a cambiare davvero le cose, sarebbe stato meglio affidare l’incarico ad una donna , non solo in virtù della sua appartenenza di genere, ma una donna con competenze ed esperienza acquisite nel campo dei diritti delle donne e del contrasto alla violenza . In Spagna, paese che spesso viene affiancato al nostro per cultura e tradizione , il trend è stato ribaltato. Il Governo Sanchez ha stabilito il record mondiale in questo senso: due terzi sono ministre donne: con 11ministre e 6 ministri. Ormai la frittata italiana è stata fatta : sta quindi a tutte le donne , femministe e non, e a tutti gli uomini che sono convinti che per vivere in un paese libero, democratico e che funziona, sono importanti il merito e le competenze, non il genere di appartenenza di chi siede nelle stanze dei bottoni, rimanere vigili , seguire le azioni e i progetti che saranno prodotti dal Ministro delegato, pronti ad intervenire se tali provvedimenti non saranno volti al cambiamento di una cultura misogina ormai inaccettabile per un paese moderno ed europeo.