Le cronache raccontano sempre la stessa cosa. Il caldo, l’acqua rinfrescante del Naviglio o del Ticino e via un tuffo rinfrescante. Lo sappiamo bene, siamo nati qui, ma non ci stancheremo mai di dirlo, a noi la prevenzione la facevano i nostri padri e nonni.
Oggi a Bernate un 50enne di origini rumene, per cause ancora da accertare, forse un malore, forse un momento di difficoltà e per lui è stata la fine, è annegato. Triste, tristissima cronaca e a noi la domanda rimane: “non si può fare prevenzione?”.
Noi che ci occupiamo di cronaca vediamo che negli ultimi anni sono molti gli stranieri (che non conosco i nostri territori e le loro insidie) a diventare attori inconsapevoli di questi infelici episodi.
Torniamo alla cronaca, non siamo noi i preposti alla prevenzione.
Qualcuno ha visto l’uomo in difficoltà e ha allertato i soccorsi. Sul posto un equipaggio della Croce Bianca di Magenta, i vigili del fuoco di Magenta, due elicotteri del soccorso sanitario da Como e dei pompieri e il nucleo sommozzatori.
L’unica cosa che i Vigili del Fuoco hanno potuto fare è stato recuperare il corpo inerte dell’uomo. Era in arresto cardiocircolatorio. Le manovre rianimatorie sono partite immediatamente e sono continuate fino all’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Fornaroli di Magenta dove ai medici non è rimasto altro da fare che constatare il decesso per annegamento.
C’è anche stato il problema dell’identificazione dell’uomo. Il ritrovamento dei suoi documenti ha chiarito chi fosse. Si trattava appunto di un 50enne di origini romene che lavorava in un agriturismo a Bernate. E’ stato proprio il duo datore di lavoro a riconoscerlo.