IL Festival del Solstizio dell’estate cuggionese, giunto quest’anno alla sua 27esima edizione , ha visto, anche quest’anno, una grande affluenza di pubblico per le sue innumerevoli e varie iniziative: eventi a tema, presentazioni letterarie, esibizioni sportive e teatrali, esposizione di manufatti e prodotti locali, mostre storiche, artistiche e fotografiche e molto altro… Sicuramente l’evento che ha scatenato la curiosità maggiore è stata la presentazione, nel cortile antistante il bel Museo Etnografico locale, della Draisina. Questa antesignana della moderna bicicletta è stata ricostruita artigianalmente per l’occasione da un gruppo di detenuti del carcere di Busto Arsizio, formati e guidati dal Mastro Falegname Gianni Gambalunga, su progetto del disegnatore Gianni Vismara.
Il progetto Draisina ha visto coinvolti molti soggetti del territorio e noi li abbiamo intervistati. Il direttore del Museo etnografico di Villa Annoni, Gabriele Calcaterra, che ha ribadito l’importanza di mantenere viva la memoria delle tradizioni locali agricole e artigianali, ha lanciato un appello per la vendita del “pezzo unico”, dal punto di vista storico e artigianale, a € 3.000,00 , il cui ricavato servirà a produrne altri esemplari, da rivendere, per poi devolvere l’incasso ad altre iniziative simili, che coinvolgano ancora i detenuti di Busto Arsizio, o altre attività benefiche. Oreste Magni direttore dell’Ecoistituto della Valle del Ticino Onlus ci ha raccontato la storia del velocipede, dal primo prototipo disegnato e realizzato dal Barone Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbronn, che perfezionò l’invenzione del celerifero aggiungendovi la ruota anteriore sterzante, fino a quello che abbiamo potuto ammirare oggi in villa Annoni.
Maurilio Garascia, presidente dell’associazione culturale l’Occhio, che si occupa di arte e fotografia, che ha sostenuto il progetto e ha ribadito l’importanza delle sinergie tra il mondo della cultura, dell’associazionismo e del sociale, per realizzare progetti come questo, che ha coinvolto fattivamente i detenuti del carcere di Busto Arsizio.
Ci è piaciuto osservare la curiosità dei tanti ciclisti giunti in Villa Annoni con i loro mezzi ipertecnologici, accalcarsi intorno alla “Signora Draisina” per renderle omaggio.