Dopo Cluny e i Fruttuariensi di Padregnano (1094-1195), il movimento cistercense prese corpo a Chiaravalle (1135) dove cominciò a reagire alla crisi morale della Chiesa, seguito dai Certosini dove la povertà era all’ordine del giorno. Nel Nord, le prime certose sorsero tra Mondovì e Cuneo (Casotto, 1171) mentre del 1396 è la certosa di di Pavia che aveva vaste proprietà: oltre settantamila pertiche di terreno tra Binasco e Boffalora.
BOFFALORA: EX-GRANGIA CERTOSINA. Alla fine del XIV secolo (15 aprile 1396) venne istituita a Boffalora una grangia certosina per volontà di Gian Galeazzo Visconti. La ‘grangia’ (da ‘grano’) era una tipica azienda agricola cistercense, una forma di conduzione del terreno agrario che aveva preso piede anche sulla riva sinistra del Ticino, dove sembrerebbe essere nata la ‘marcita’ ad opera dei monaci di Morimondo e Chiaravalle. In realtà la marcita è frutto della funzione termica dell’acqua che, provenendo da fontanili e avendo una temperatura tra 9-12°C, forma sui prati un velo in continuo movimento che protegge dal gelo, rendendo così disponibile un’erba verde e fresca anche quando il resto dei terreni circostanti è indurito dal ghiaccio o ricoperto di gelo.
I resti di quella che fu la ‘grangia’ sono ancora evidenti negli edifici prospicienti l’attuale piazza 4 giugno 1859, sulla riva e nei pressi del ponte sul Naviglio Grande. Questa parte del paese era denominata ‘Orti della Certosa’ e comprendeva una vasta zona agricola, dove sorgevano i rustici e le abitazioni della cosiddetta ‘grangia’, una comunità di conversi, non sacerdoti, facenti capo alla Certosa di Pavia. Il complesso della grangia è ancora riconoscibile nel porticato (foto) con colonne e capitelli scudati in granito che oggi costituiscono il sottopasso d’accesso al ponte sul Naviglio e alla stessa piazza, il fabbricato verso nord, segnato in alto da curiosi comignoli in cotto, sei-settecenteschi e il grande portale d’accesso con cornice bugnata. Le proprietà della grangia giungevano fino ad Ossona dove è testimoniato un oratorio dedicato a San Bartolomeo e decorato con affreschi di notevole valore artistico.