Il mondo dei social è in subbuglio : la pagina de i Sentinelli di Milano è stata oscurata da Facebook.
I Sentinelli di Milano, il gruppo di attivisti per i diritti civili che, sin dal 2014, anno di nascita, si batte per la laicità dello Stato ed è impegnato nella lotta contro ogni forma di razzismo, fascismo, omotransfobia e violenza sulle donne e su ogni genere di persone. I Sentinelli si sono visti oscurare la pagina Facebook del loro movimento con la motivazione di “incitazione all’odio”. Il movimento, nato per contromanifestare in piazza, in occasione dei raduni de Le Sentinelle in Piedi, ( gruppo contrario alle unioni civili, alla fecondazione eterologa e all’adozione da parte di coppie omosessuali) si è sicuramente fatto dei nemici . Lo scorso 19 maggio, in piazza della Scala, i Sentinelli organizzarono una manifestazione per dire basta a omofobia, bullismo e razzismo, attirando in piazza circa 3mila persone e ottenendo l’adesione di personaggi noti come Tiziano Ferro, la senatrice Liliana Segre e la stessa ex presidente della Camera, Laura Boldrini. Luca Paladini, personaggio di spicco del movimento, ha ricevuto diverse minacce personali dall’inizio di quest’anno. La notizia della sospensione da parte di FB della pagina dei Sentinelli si è diffusa rapidamente, come solo i social sanno fare, e migliaia di followers hanno condiviso l’annuncio e il testo in inglese della mail di protesta da indirizzare a Facebook , per la richiesta di ripristino. Quello che sta succedendo ai Sentinelli capita anche ai comuni mortali, a singole/i utenti di FB che, ignari di avere contravvenuto a qualche netiquette del social si ritrovano improvvisamente oscurati o sospesi per tre o più giorni, senza possibilità di appello. Diciamo la verità: quanti di noi , al momento dell’iscrizione in un social leggiamo le pagine dedicate alle condizioni d’uso? Le pagine dedicate ai regolamenti, in genere, vengono saltate a piè pari, ma se dessimo un’occhiata a quella di Facebook, probabilmente rimarremmo colpiti dalla quantità di spiegazioni e contenuti. Anche al nostro Direttore, proprio in questi giorni è capitata la disavventura di vedersi oscurata per tre giorni la pagina personale, senza saperne il motivo . Il problema è che chiunque transiti sulle nostre pagine FB e sia in disaccordo con quanto scriviamo o si senta urtato dalle immagini che postiamo, può segnalare a facebook che non gli piace ciò che ha letto o visto, scegliendo tra una rosa ristretta di motivi preinseriti : nudo, violenza, comportamento intimidatorio, autolesionismo o suicidio. ,notizia falsa, vendita non autorizzata, incitazione all’odio. Al ricevimento della segnalazione, l’amministratore del social dovrebbe fare un controllo sulla veridicità della motivazione, ma non ci è dato di sapere come . Sappiamo che l’algoritmo che ci fa l’ analisi psicologica del profilo quando compiliamo i tests per gioco ci azzecca quasi sempre (vero?) , ma non abbiamo ancora capito come ragiona quello che deve emettere la sentenza di oscuramento. Così può accadere che venga censurata una pagina dove c’è la riproduzione della Maya Desnuda di Goya, o la foto di una mamma che allatta e che invece passino video di stupidi sadici che torturano animali domestici. Per non parlare del fenomeno, sempre più diffuso sui social, del revenge porn che consiste nel pubblicare foto e video di atti sessuali, per vendetta, da parte di ex partner ( quasi sempre uomini), naturalmente senza consenso, per creare alla vittima un danno, per umiliarla pubblicamente. Di fronte alle proteste delle donne vittime e all’accorata richiesta di oscuramento di tali pagine o video, quasi sempre Facebook non risponde e non fa nulla. Dopo quanto detto è evidente che noi utenti dei social ,se in buona fede, non abbiamo alcuna possibilità di difenderci da qualsiasi malintenzionato/a che, per imperscrutabili motivi , vuole zittirci, oscuraci o provocarci un danno.
L’unica consolazione è credere nell’antica saggezza dei nostri vecchi e ricordare che ” chi la fa , l’aspetti”.