GARBAGNA (Novara). La chiesetta di Santa Maria di Garbagna (ha corrispondenze con Santa Maria in Binda a Nosate, Santa Maria di Rubone, Santa Maria di Ferno e altre ancora), attestata sin dall’XI secolo, è arrivata sino a noi in condizioni tali da permetterci una lettura figurativa precisa.
In particolare, l’arcaica ‘Madonna in Trono’ (ha assonanze con quella di Rubone per i motivi a melograno) rappresenta bene la concezione della Madre di Dio. L’affresco della fine del Quattrocento, firmato da Tommaso Cagnola, è stato eseguito su uno sfondo piatto e uniforme (sembrerebbe che il pittore non conoscesse ancora lo spazio prospettico) e rappresenta la Vergine assisa in trono, con in capo la corona, accompagnata dalle immagini di due angeli musicanti che diventeranno di moda nel Cinquecento.
Un lungo cartiglio racconta la storia del donatore che volle onorare la Vergine Maria e S. Francesco. Si tratta di Bernardinus de Rognono de Taeghio (1481), un probabile pastore bergamasco (Bernardino Rognoni), originario della Val Taleggio, rappresentato inginocchiato davanti alla ‘Regina degli Angeli’, mentre alle sue spalle c’è S. Francesco che, quale santo protettore, con la mano destra tocca l’Offerente sulle spalle, mentre con la sinistra regge un Crocifisso.
FOTO 1 – La Madonna seduta su un trono gotico, indossa un manto scuro su di una veste d’oro, ornata con i classici disegni del melograno (presenti anche a Rubone), un simbolo coi suoi frutti, di alcuni aspetti del mondo cristiano. La Vergine regge con la destra il Bambino ritto in piedi: 2 – La pala d’altare di Santa Maria di Rubone, territorio di Bernate Ticino, andata perduta