Siamo donne e uomini di fede islamica, cittadini della nostra bella città di Magenta, siamo parte della grande ‘umma, del popolo che il Profeta ha convocato per rendere gloria a Dio e servirLo con fedeltà.
Molto abbiamo in comune, oltre alla condivisa Umanità, con voi.
Comuni sono i Patriarchi perché unica è l’umanità che ci rende tutti fratelli. Comuni sono i Profeti: Mosè, il grande legislatore, Davide e suo figlio Salomone, Giona e Giovanni il Battista. Di grande onore circondiamo la madre di Gesù, Maria, che Lo concepì e Lo dette alla luce in maniera prodigiosa.
Nel santo libro del Corano si ode un’eco delle vostre Scritture Sante e al Dio misericordioso e compassionevole eleviamo come voi parole di lode e di ringraziamento.
Siamo un popolo come un popolo è quello di Israele e come un popolo è la Chiesa di cui moltissimi di voi fanno parte. Come qualsiasi popolo ci convochiamo in pace per celebrare il culto e ascoltare la Parola divina.
Siamo il popolo di Allah ma siamo anche lavoratori onesti , madri operose, studenti e studentesse delle scuole della nostra Città. Da decenni condividiamo con voi la vita, fianco a fianco. I nostri figli parlano l’italiano come lingua madre; le loro radici affondano qui e anche altrove: in Medio Oriente, in Pakistan, in Bangladesh, in Africa.. Siamo italiani e musulmani, in tutto uguali a voi, nei doveri verso lo Stato come anche nei Diritti. La nostra regola è la Costituzione che ci impegniamo ogni giorno a rispettare come ogni cittadino della nostra Repubblica è chiamato a fare.
Siamo orgogliosi di vivere in questa Città che sentiamo ogni giorno più Casa nostra e ci rallegriamo di potere condividere la nostra Vita con chi non crede e con chi crede, in special modo con la grande comunità cattolica.
Abbiamo saputo che nel prossimo ottobre verrà elevato agli onori degli altari il Santo Padre Paolo VI a cui è intitolata la Comunità Pastorale di Magenta. Questa notizia ci ha molto allietato perché dei forti legami ci uniscono alla Santità di papa Montini. Nel 1964, per la prima volta, da romano pontefice si recò a Gerusalemme, la Santa Città che sta a cuore a ogni credente nel Dio di Abramo. A lui va il merito di aver portato avanti con grande sacrificio e spirito di autentico profeta il concilio vaticano II, rilanciando su nuove basi il dialogo tra cristiani e musulmani.
Siamo consapevoli del passato, delle frequenti lotte e delle guerre che hanno opposto i nostri padri ai vostri. Non siamo ingenui: sappiamo che la nostra – come qualsiasi altra religione – può essere strumentalizzata per fini che non coincidono con gli ideali di pace, fraternità e solidarietà che a voce tutti diciamo di professare. Per questa ragione, come musulmani, sentiamo forte l’invito di Dio a convertirci sempre dal male e a scegliere continuamente il bene, non diversamente da quanto Gesù e i suoi Apostoli prescrivono a voi. È questo l’autentico jihad, non quella parodia tragica che ne hanno fatto i fondamentalisti. Noi musulmani ci salutiamo augurando la Pace – Salam a quanti incontriamo e, se in passato, tra i nostri e i vostri teologi c’era chi pensava che potesse esserci una “guerra giusta”, oggi noi ripudiamo la guerra in tutte le sue forme e ovunque.
I vescovi riuniti nel secondo Concilio del Vaticano hanno dichiarato di guardare all’Islam con stima e hanno esortato i cattolici “a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”. Queste parole le facciamo nostre e ribadiamo di nutrire stima per la Chiesa, per quanto essa predica e fa ogni giorno per chi è nel bisogno e nell’indigenza. Malgrado gli episodi di estremismo dei nostri giorni, nei paesi di cui siamo originari esistono da secoli esperienze di pacifica convivenza tra cristiani e musulmani. Non c’è città del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia in cui accanto a un minareto non ci sia una chiesa e, se molto ancora deve essere fatto per garantire l’effettiva piena libertà di culto, noi – e non solo da oggi – ci impegniamo per incidere con la vita e con l’esempio perchè ovunque ogni uomo possa essere libero di pregare il proprio Dio senza temere per la propria vita e per quella dei propri cari. Siamo rattristati per la sorte di Asia Bibi e di padre Paolo Dall’Oglio, prigionieri di regimi che poco hanno a che spartire con il vero Islam, ma nel contempo ci rallegriamo per la notizia confermata in questi giorni della costruzione di una cattedrale dedicata a Nostra Signora d’Arabia nella Penisola arabica, la terra che custodisce le città sante della Mecca e di Medina. Siamo fiduciosi che, nell’avvenire, potremo dare al mondo, alla società laica la prova concreta e fattiva di cosa i credenti nell’unico Dio possono fare quando gareggiano nelle opere di bene.
in sincera amicizia,
la Comunità Musulmana di Magenta