E’ stata una giornata speciale quella odierna alla Casa Famiglia di Busto Garolfo di Fondazione Mantovani Onlus Sodalitas Onlus dove il signor Antonio Gianazza originario di Cerro Maggiore, che lo scorso 16 giugno ha tagliato il traguardo del primo secolo di vita, è stato insignito della Croce di Guerra al valore militare.
Il signor Antonio è un reduce della Seconda Guerra Mondiale. Ha combattuto prima sul fronte occidentale in Francia, quindi, è partito nell’ottobre del 1940 per la campagna di Grecia infine all’inizio del 1942 venne mandato in Russia. Da quell’esperienza tragica ritornò a casa solo grazie a tanto spirito di volontà e, soprattutto, facendosi forza l’un l’altro con i suoi commilitoni. Così oggi a distanza di quasi 75 anni la Patria ha voluto tributare i giusti onori al Fante Gianazza. Numerose le autorità presenti.
A partire dal Colonnello Mario Arnò Comandante del Centro Documentale di Milano, accompagnato da Luigi Cuomo responsabile del cerimoniale. Con loro il Cavalier Angelo Mario Succati Segretario Nazionale dell’Associazione Fanti d’Italia, la dott.ssa Nuccia Berra sindaco di Cerro Maggiore, l’Assessore all’Ecologia Viabilità Mauro Zanzottera del Comune di Busto Garolfo con in collega di Giunta Giovanni Rigiroli Assessore ai Lavori pubblici, Tarcisio Martinotto Presidente dell’Associazione Anziani di Cerro Maggiore, Re Garbagnati delegato di zona dell’Associazione Combattenti e Reduci. Con loro il dottor Giacomo Agrati storico locale di San Vittore Olona autore del volume “Quelli della neve” dedicato alla campagna di Russia e, in particolar modo, ai quei 378 ragazzi dell’Alto Milanese che non fecero mai ritorno a casa. Per il gruppo Fondazione Mantovani Onlus Sodalitas Onlus erano presenti il Direttore Generale Michele Franceschina insieme alla Vice coordinatrice di struttura Laura Vismara. “Siamo particolarmente onorati – ha detto il DG Franceschina – di poter oggi ospitare qui questa cerimonia. Lo facciamo con un grande sentimento di gratitudine nei confronti del signor Antonio e di tutti quelli come lui: oggi se viviamo in un Paese libero, lo dobbiamo a queste persone. Hanno combattuto e si sono sacrificati perché le future generazioni potessero vivere in pace e prosperità”.