Nel momento in cui scrivo questo articolo, il mio pensiero va a 38 anni fa : il 2 agosto 1980 esattamente a quest’ora, le 10,25 ,mentre io sudavo a Torino sul libro di Statistica Industriale, che avrei dato pochi giorni dopo, a Bologna esplodeva una bomba, lasciata nella sala d’attesa della Stazione Centrale e uccideva in un lampo 85 persone, ferendone oltre 200 . Tra i morti, due tassisti in attesa di clienti all’esterno della Stazione, alcuni passeggeri del treno Ancona – Chiasso in sosta al primo binario, impiegati degli uffici del primo piano, avventori e personale del Bar tavola calda adiacente alla sala d’attesa, gremita di gente nel primo sabato d’agosto. Di fronte a un tale atto di inaudita, feroce vigliaccheria l’Italia si è fermata e ognuna/ o di noi allora ha capito che lo Stato, riuscito a sconfiggere il terrorismo degli anni di piombo, non era ancora al sicuro, che tutti noi non potevamo ancora dormire sonni tranquilli, nonostante 40 anni di democrazia. Non voglio ripercorrere le indagini e i depistaggi che si sono susseguiti per arrivare ai processi e a una sentenza che fa ancora discutere. Voglio solo fermarmi un attimo ed abbracciare idealmente tutti e tutte i miei fratelli e sorelle Italiani che piangono quei morti e non vogliono più che fatti del genere possano accadere. Ci abbiamo messo secoli ad essere un Popolo, guerre e milioni di morti per creare un’ Italia unita, libera e democratica , perciò dobbiamo restare vigili, e sempre pronti, per difenderla .
Bologna: 38 anni fa si è fermato il tempo della libertà e della democrazia.
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