TORNAVENTO (Lonate Pozzolo) e Garbagna – Abbiamo visto rappresentato – in questi due affreschi che pubblichiamo – il dolore della madre per la perdita del figlio, un legame ancestrale che resiste ancora, nonostante tutti gli sconvolgimenti della modernità.
Il primo è una intensa ‘Pietà’ quella posta nell’abside della chiesetta di Santa Maria a Garbagna. Molto bello e doloroso. E’ rappresentato, secondo un’impostazione arcaica che lo data ai primi decenni del Quattrocento. E’ il dolore immenso di una vecchia madre angosciata che sorregge il corpo inanimato del Figlio.
Tale sacra rappresentazione della ‘Pietà’ assunse, qualche decennio dopo, i caratteri della ‘Deposizione’ e del compianto su Cristo che vede accanto a Maria e al corpo esangue del Figlio di Dio, la presenza di altri personaggi.
E’ il caso, documentato dalla foto in evidenza, della pala d’altare della chiesa parrocchiale di Tornavento, dove al dramma sacro sono presenti Giuseppe D’Arimatea (il donatore del Sepolcro) e Nicodemo (fariseo), i quali sorreggono i simboli della crocifissione (chiodi, tenaglie, martello) a significare la loro partecipazione alla ‘Pietà’. Simboli, quello della croce, presente anche nell’affresco di Garbagna.
Il tema autentico della ‘Pietà’, con il figlio disteso sulle ginocchia della Vergine, ha avuto la forza di sussistere, nella devozione popolare, per tutto il Cinquecento, come dimostrano innumerevoli opere presenti nelle nostre chiese, tra cui quella pubblicata di Tornavento.
FOTO IN EVIDENZA L’affresco ‘Postea Mori’ della Castellana, oggi pala d’altare nella chiesa parrocchiale di Tornavento, fu studiato per la prima volta da don Pietro Snider, allora parroco della frazione di Lonate Pozzolo (Contrade Nostre, vol. II – 1982/83 p. 174); La ‘Pietà’ diSanta Maria a Garbagna