In questo agosto abbiamo tutti assistito, impotenti, alla vicenda dei circa 170 migranti bloccati sulla nave della Guardia Costiera Diciotti. Si è davvero superato ogni limite al disprezzo dell’umana convivenza e all’assenza di compassione da parte del governo italiano. Queste persone, che fuggono da guerre, sofferenze, fame, con viaggi di lunghi mesi, in condizioni critiche, non sono certo terroristi o delinquenti, sono solo povera gente che spera in una vita migliore, allo stesso modo di tanti italiani che l’hanno sperato in passato e, anzi, di tanti nostri giovani che lo continuano tuttora a sperare.
E noi possiamo aiutarli con poco, non chiedono molto, chiedono certamente meno di quanto chiediamo noi italiani. Non lasciamoli soli, rendendoli poi facili prede della malavita. Gli italiani sono un popolo accogliente, come anche la nostra città di Abbiategrasso lo dimostra: tanti stranieri si sono ben integrati, non si sono registrati particolari episodi di violenza, e tanti nostri concittadini si adoperano per aiutare i bisognosi di ogni colore. Ma è facile, purtroppo, se mancano valori forti e se istigati continuamente dall’alto, passare ai discorsi sprezzanti e agli atteggiamenti aggressivi.
A noi occorrono ora, nella nostra politica, donne e uomini nuovi, che sappiano parlare con convinzione al cuore e alla testa della gente, giovani nuovi che sappiano interpretare e vivere i migliori sentimenti della fratellanza umana, che non si servano di urla e ricatti, ma di dialogo, mediazione, persuasione.
E’ pur vero che i flussi migratori vanno regolati, altrimenti si rischia il degrado progressivo della società. Come pure occorre contrastare con fermezza la delinquenza, da qualunque parte provenga. C’è in realtà un bisogno diffuso di sicurezza: anche se le statistiche dicono che i reati sono in diminuzione, la loro percezione preoccupa sempre più. Occorre quindi rendere più sicure le nostre città nella legalità, senza creare paure e falsi allarmismi. E non bisogna permettere una giustizia fai-da-te, personalistica e sommaria che asseconda soltanto i nostri egoismi.
Sosteniamo anche con forza le nostre buone ragioni in Europa, che non ci deve lasciare soli in questo frangente: se vogliamo che l’Europa sia realmente la nostra casa, occorre che tutti facciano la loro parte. Ma sicuramente non possiamo puntellare le nostre ragioni sequestrando i migranti della Diciotti, e neppure quelli che arriveranno dopo di loro.
E, insieme all’accoglienza, facciamo ancor meglio: rendiamo l’Africa un continente ospitale. Pur essendo immensamente ricca di risorse, essa è preda di interessi e speculazioni a livello mondiale e ben poco resta alla popolazione locale, sfruttata e perseguitata da guerre, governi corrotti, grandi aziende prive di umanità. Evitiamo allora di vendere armi ai signori della guerra, evitiamo di depredare le risorse dell’Africa, aiutiamola invece a limitare la progressiva desertificazione e la siccità, dovute in gran parte ai cambiamenti climatici causati dall’economia umana.
Se realmente riuscissimo a procedere in questa direzione, non solo ripareremmo le ingiustizie patite per secoli da quelle popolazioni, ma getteremmo anche le basi per una nuova e più umana convivenza.
Le foto dell’articolo, a parte quella della nave Diciotti, sono di Cam fatte a Budapest, Como e Ventimiglia.