A Magenta, sulla pubblica piazza, i politici s’affannano nel teatrino della retorica, dibattendo sul fatto che sia più o meno giusto permettere la Messa in uno spazio pubblico, ma in pochi si accorgono che in un altro luogo della stessa città si alza verso il cielo la preghiera comune per un giovane morto troppo in fretta.
Momento storico ed ecumenico in cui Imam musulmani e sacerdoti cristiani sono accanto davanti al feretro di Souliman Aboubakari.
La comunità magentina presente in gran numero presso il cortile dell’obitorio assiste dapprima alla cerimonia islamica guidata dall’imam Ahmed Elabbassy che sotto gli occhi attenti di Don Giuseppe Marinoni pronuncia parole, tradotte istantaneamente in italiano e che salgono verso il Dio del giovane Aboubakari, gli offrono sostegno nel suo ultimo viaggio e confortano noi tutti uniti nel dolore.
Sono presenti credenti di diversa fede e persone che una credo non ce l’hanno eppure i sentimenti che proviamo e il sangue che scorre nelle nostre vene ci accomunano nella grande umanità a cui nessuno può sottrarsi.
Ex malo, bonum direbbero gli antichi latini.
Dal male, il bene. In una città dove chi detiene le fila del potere vieta manifestazioni religiose, con grande semplicità si fa largo uno spazio ecumenico dove si respira la possibilità di un dialogo, per cui la nostra comunità magentina pare pronta.
La cerimonia prosegue con un saluto del parroco che riprende le parole dell’Imam e che invita la comunità cattolica a pregare col salmo che cita: “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me” a cui fanno eco sia le parole della responsabile della Cooperativa Intrecci, Lara Ramazzotti, che racconta come la forza della fede aveva sempre sostenuto Aboubakari. Per questo è stao intonato il canto “Mio fratello che guardi il mondo” che ha chiuso il momento di raccoglimento per l’ultimo saluto ad Aboubakari.
Parole della bellissima canzone di Ivano Fossati, tradotte in arabo dalla giovane italo-tunisina Laila Said ex studentessa del Liceo Quasimodo di Magenta.
Souliman Aboubakari la terra ti sia lieve!