TURBIGO – Un’intervista di Francesca Basso – ‘Corriere’ del 1° ottobre 2018 – all’amministratore delegato, Massimiliano Bianco, fa il punto sul futuro dell’Iren, la multiutility che, tra le tante attività, ha anche quella di produzione di energia elettrica con i turbogas installati in quella che fu la grande centrale termoelettrica di Turbigo (ex Enel).
Iren, oggi è una Società per Azioni quotata in Borsa. Ha tra i propri soci un centinaio di Comuni tra cui Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma, La Spezia e Piacenza, Comuni dove, in alcuni dei quali, gestisce termovalorizzatori (quello ‘famoso’ di Parma, dei ‘grillini’ della prima ora, oltre a quello di Torino e Piacenza) ed è proprio nella direzione delle attività comunali che è orientato il piano industriale dell’azienda che prevede ben tre miliardi di investimenti nel prossimo decennio.
Proprio la cosiddetta ‘economia circolare’ – intesa come recupero e riciclo delle risorse ambientali – rappresenta il trend strategico dell’azienda che oltre a recuperare calore bruciando rifiuti (termovalorizzatori), ha in corso le procedure per la realizzazione di quattro nuovi impianti: due per la produzione di biometano dalla decomposizione dei rifiuti organici domestici (il cosiddetto ‘umido’) e due per il trattamento e recupero della plastica, della carta e del legno.
Infine, chi scrive ricorda che, ci fu un momento in cui, nella vasta area della centrale turbighese, si parlò di insediarvi un impianto per il trattamento dei rifiuti, progetto Enel (ente nazionale trasformatosi anch’esso in multiutiliy) che non ebbe la forza di concretizzarsi per le proteste della popolazione. Ma la vasta area industriale posta sulla riva destra del Naviglio Grande, nascosta in parte da una piantumazione di Cedri del Libano, è oggi utilizzata solo in minima parte e non è escluso – a nostro avviso – che la vecchia idea possa ritornare in voga o che abbia in parte motivato l’acquisto da parte di Iren dell’area dell’ex centrale.