TURBIGO – L’artista, molto noto nel Castanese, sarà presente, sabato 13 ottobre 2018, alle 17, all’inaugurazione della mostra nella Sala delle Vetrate del palazzo De Cristoforis-Gray, oggi sede comunale. Il tema predominante è il territorio della riva sinistra del Ticino, una fetta di territorio che parte da Nosate e arriva giù, giù sfiorando quel Malvaglio che ha dato i natali al nostro artista il 13 settembre 1931.
La mostra turbighese sarà accompagnata da un catalogo di 32 pagine che comprende opere sul tema, ma anche la ricostruzione di quella che fu la Turbigo degli anni Cinquanta – periodo della sua formazione e delle sue frequentazioni turbighesi – della quale riportiamo l’incipit:
“Si parte sempre dal punto in cui altri erano arrivati prima di noi. In tutte le realtà, anche nell’arte. Così, come la peculiare tradizione artigianale delle nostre contrade ha attraversato i secoli passando, da uomo a uomo, anche l’arte, con i suoi precetti è passata di mano in mano.
Sono due gli artisti che negli Anni Cinquanta hanno passato il testimone al nostro Giancarlo Colli: si chiamano Carlo Bonomi e Antonio Bonomi (Bunumin), artisti coi quali Colli, da ragazzo, ebbe una frequentazione e lo accompagnarono nei suoi primi passi. Così, come avveniva nelle botteghe artigiane medievali, dove il ‘vecchio’ faceva naturalmente passare le cognizioni acquisite, in tanti anni di lavoro, al giovane apprendista, affinché continuasse sulla strada tracciata”.
CARLO BONOMI – Pittore, scultore, architetto risiedeva alla ‘Selvaggia’, il suo eremo-studio costruito a sua immagine e somiglianza un secolo fa. La sua prima formazione avvenne a Brera, dove i nobili De Cristoforis lo indirizzarono per apprendere l’arte. Aveva lo studio in comune con Carrà, Castiglioni e Barilli, ma ben presto lasciò Milano per Roma e quindi, poco dopo, per Monaco. E’ qui che fu impressionato dalle personalità di Barlach e Kathe Kollwitz e assorbì quel simbolismo dai modi plastici che il Nostro caricò di una forza espressiva animata da una profonda pietassociale.
ANTONIO BONOMI – Pittore, restauratore, intarsiatore, abitava in Via XXV aprile (nel cortile di famiglia, dove nacque anche Carlo Bonomi), prima di spostarsi in una nobile abitazione in Via Antonio Bonomi, nelle vicinanze della centrale idroelettrica. Sposò Alessandrina Baga (Drina) e non ebbe figli, ma le nipoti – da parte di moglie – ne hanno amorevolmente tramandato la memoria.
I ‘poli’ sui quali si mosse la sua vita artistica furono ‘La Selvaggia’ di Carlo Bonomi, dove imparò i rudimenti del mestiere di artista e, in seguito, in Via Milano, 1, dove lavorò per cinquant’anni come pittore, scultore, intarsiatore.
GIANCARLO COLLI si avvicinò alBunumintramite le amicizie della madre, che faceva la sarta e frequentava il negozio delle sorelle Scansciò i cui nipoti, oggi, vivono a Castelletto di Cuggiono. Nel cortile di Via XXV aprile – dove è nato Carlo Bonomi – e dove affacciava il negozio delle zie, aveva lo studio Antonio Bonomi.“A 17 anni cominciò a dipingere alla scuola di suo zio, Carlo Bonomi, pittore e scultore. Lavorò alla costruzione de ‘La Selvaggia’, l’eremo che lo zio Carlo Bonomi progettò e realizzò sulla collina che domina il paese.
La FOTO IN EVIDENZA è una castagna matta dalla quale Antonio Bonomi traeva tali capolavori. Seguono le foto di Carlo Bonomi con in braccio il piccolo Angelo Vittorio; Antonio Bonomi nel suo studio e l’autoritratto di Giancarlo Colli, oltre alla locandina della manifestazione