È stato presentato ieri alla Fondazione Mondino il progetto di ricerca Frailbiotrack, innovativo studio sulle radici biologiche della “fragilità” nell’anziano, promosso da Fondazione Mondino, in collaborazione con Fondazione Golgi Cenci e Istituto Mario Negri, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Col termine di fragilità si intende una condizione tipica dell’età geriatrica a causa della quale l’individuo tende a rispondere in modo sempre meno efficace agli stimoli dell’ambiente circostante.
L’anziano fragile non è ancora malato, ma è più vulnerabile – rispetto a un anziano non afflitto da questa condizione – a patologie che possono colpire diversi organi.
Il progetto di ricerca Frailbiotrack intende rispondere alle domande: quali differenze biologiche ci sono fra gli anziani fragili e gli anziani in buona salute? Possiamo individuare i meccanismi che causano la fragilità di chi invecchia?
Fabio Blandini, Direttore Scientifico della Fondazione Mondino: “La fragilità legata all’invecchiamento è un tema di grande rilevanza e attualità, sia dal punto di vista socio-sanitario che della ricerca scientifica. Ancor più importante per un IRCCS neurologico come la Fondazione Mondino, per il rapporto che lega l’invecchiamento a malattie di grande impatto sociale come le demenze o il Parkinson. È quindi un’area in cui i ricercatori del Mondino si stanno impegnando a fondo, attraverso collaborazioni nazionali e internazionali che hanno di recente fruttato finanziamenti, da parte di più enti, per lo studio dei molteplici e complessi aspetti biologici, molecolari, farmacologici e sociali che potrebbero essere alla base della fragilità legata all’invecchiamento”.
Il progetto coinvolge 17 ricercatori afferenti ai tre partner di progetto. Capofila della ricerca è la Fondazione Mondino Istituto Neurologico Nazionale IRCCS di Pavia. Partner di progetto sono la Fondazione Golgi Cenci di Abbiategrasso, che sottoporrà il gruppo di anziani a prelievo ematico e alle necessarie valutazioni sociale, medica e neuropsicologica, e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano.
“La fragilità è una condizione molto complessa, definita dalla somma di 32 indicatori clinici e neuropsicologici – spiega Cristina Cereda, coordinatore di progetto per la Fondazione Mondino – Non tutti gli anziani sono da considerarsi fragili. Ogni individuo mostra di invecchiare in modo diverso e ci sono persone che, invecchiando, restano in buona salute. Quindi vogliamo identificare un ventaglio di diversi indicatori biologici (marcatori epigenetici, di stress ossidativo, di danno mitocondriale, di asset metabolico) da utilizzare per individuare le differenze biologiche tra i due stati – lo stato di invecchiamento e quello di fragilità – e la predizione del passaggio da uno all’altro”.
I ricercatori avranno la possibilità di basarsi su di un gruppo di 700 persone anziane, precedentemente incluse in uno studio osservazionale avviato nel 2009 (InveCe.Ab, invecchiamento cerebrale in Abbiategrasso), che ha coinvolto persone residenti di Abbiategrasso nate fra il 1935 e il 1939. Questo permette di avere misure e campioni biologici di persone seguite e rivalutate nel corso di otto anni, con il vantaggio quindi di poter mettere in luce i cambiamenti biologici che si correlano con la fragilità e con la sua progressione nel tempo.
“La valutazione dei principali elementi molecolari che caratterizzano la fragilità aprirà la strada a nuove strategie per prevenire l’accumulo di deficit e/o le disabilità già esistenti – commenta Antonio Guaita, responsabile dell’Unità Operativa della Fondazione Golgi Cenci – Ma fornirà anche nuovi dati per sostenere strategie comportamentali (dieta, stile di vita, esercizio fisico) in grado di modificare la qualità della vita dei soggetti anziani e di migliorarne la sopravvivenza”.
“L’utilizzo di modelli pre-clinici in stretta relazione con le evidenze cliniche – spiega Claudia Balducci, responsabile dell’Unità operativa dell’Istituto Mario Negri – ci permetterà di studiare quali siano i processi molecolari alle base dello sviluppo di fragilità. Valuteremo inoltre se la manipolazione farmacologica delle sirtuine, regolatori cruciali dei processi di invecchiamento, possa considerarsi una strategia terapeutica di successo per prevenire un invecchiamento fragile“.
Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo: “La grande passione per la Ricerca Scientifica è il motore che ha consentito a Fondazione Cariplo di raggiungere importanti traguardi negli ultimi 10 anni: 500 milioni di euro per oltre 2000 progetti, dalla biomedicina all’agroalimentare; più di 2300 job opportunities attivate. Risultati possibili solo grazie all’impegno delle centinaia di ricercatori che ogni giorno condividono una sfida con dedizione, talento e passione. Cariplo intercetta le più importanti sfide che oggi si trova ad affrontare il mondo della ricerca, come per il progetto Frailbiotrack. L’obiettivo ultimo restano le persone quelle vincitrici dei bandi e quelle che potranno beneficiare e sperimentare i risultati delle ricerche portate avanti nei centri di ricerca lombardi”.
Il progetto Frailbiotrack ha anche l’obiettivo di promuovere una consapevolezza diffusa intorno al concetto e ai temi della fragilità, attraverso iniziative di informazione e divulgazione finalizzate alla creazione di una cultura della prevenzione.
Per questo è stata avviata la campagna di comunicazione intitolata Frailtuning, per sottolineare come la fragilità possa essere intesa come una disarmonia dell’organismo e come si renda necessario, per preservare la propria salute, prendere le adeguate misure preventive per risintonizzare le proprie abitudini di vita.
Per informazioni e approfondimenti, è on line il sito www.frailtuning.net