TURBIGO – La mostra sarà possibile visitarla anche sabato e domenica prossimi, ma la presentazione è avvenuta giovedì 25 ottobre alla presenza del Sindaco, dell’assessore alla Cultura e del Gruppo Storico-Archeologico di Galliate, di cui fanno parte Giuseppe Gregolin, Gianfranco Martelli e Fabio Clerici, oltre ad Alessandro Schirone, il ‘progettista’ del ponte da 6,4 metri esposto all’Iris di Via Roma.
La storia è stata raccontata da Giuseppe Leoni partendo da lontano: dal primo guado al ponte il legno (1274), poi diventato ‘porto natante’ e, infine, ponte stabile nel 1887. Il progetto gratuito dell’ingegner Tatti, sindaco di Turbigo, non bastò ad accelerare i lavori di costruzione: venticinque anni per decidere (1863-1887), poi la modifica ‘in corso d’opera’ per la ferrovia Novara-Seregno (che privilegiò Busto Arsizio al posto di Gallarate). Alla fine il ponte fu realizzato: circa 150 metri, in tre campate, altezza poco più di 5 metri.
Le incursioni aeree dell’estate 1944 lo demolirono, ma le travature affondate nel Ticino furono recuperate e inviate alla ferriera (mancava la materia prima!) per costruire quello attualmente il servizio. Si corse il rischio che, proprio per la scarsità di materia prima, il ponte fosse realizzato in cemento armato. La fortuna assistette in sindaco Luigi Bianchini che lottò come un leone per avere, al più presto, il ponte, in ferro (Genova insegna!). Ma furono necessari lo stesso otto anni affinché la politica decidesse di costruirlo, un’opera che le Officine Bossi di Milano realizzò in sei mesi.
Il nuovo ponte fu attraversato – per la prima volta – dalla locomotiva a vapore delle Ferrovie Nord nel novembre 1952. Costò 140 milioni di vecchie lire di cui 62 erogati dalle Ferrovie e il rimanente dallo Stato.
FOTO IN EVIDENZA Alessandro Schironecon alle spalle il suo modellino del primo ponte sul Ticino realizzato in un anno di lavoro