E’ stato presentato ufficialmente il percorso del Giro d’Italia 2019. La partenza si terrà a Bologna, mentre l’arrivo è fissato a Verona. Da Nibali a Valverde, passando per Viviani, con le incertezze di Quintana e Aru, un’edizione che può regalare grandi emozioni e sorprese. Analiziamo, dunque, il percorso attraverso i numeri che ci offre questo format della Corsa Rosa, che non passerà in alcun luogo dell’Altomilanese, Magentino e Legnanese.
3518 – I chilometri da percorrere che collegano il capoluogo emiliano con quello veneto, 28 in meno rispetto al Giro 101, ma non per questo meno avvincenti e intriganti. La tavola è apparecchiata: occorre solo aspettare le pietanze.
3 – Le cronometro individuali, tutte molto impegnative e con salite che potrebbero esaltare le caratteristiche dei passisti-scalatori più che degli specialisti veri e propri. La prima, molto breve, è in programma nella tappa inaugurativa, si articola nelle strade bolognesi per 8.2 km, dei quali gli ultimi due prevedono la scalata verso San Luca (pendenza media del 9,7% con punte al 16%). Segue la prova contro il tempo di Riccione-San Marino, prevista alla nona tappa: 34.7 km, di cui i primi 22.2 km in leggera ascesa, prima di passare alle pendenze arcigne del finale. La cronometro nella “Città dell’Amore” chiude i giochi, anch’essa da non sottovalutare per la Classifica Generale.
7 – Gli arrivi in salita che influiranno sulla lotta alla Maglia Rosa. Tra questi, vi è la tappa più breve di questo Giro, Saint Vincent-Courmayeur (131 km), che offre circa 4000 metri di dislivello. A questa si aggiunge l’epicità e la durezza quasi sovrumana della sedicesima frazione, in cui si scaleranno Passo della Presolana, Croce di Salven, Passo Gavia, quest’anno Cima Coppi, e, soprattutto, Passo del Mortirolo, la Montagna Pantani, il cui conquistatore guadagnerà la gloria eroica del ciclismo mondiale: 5700 metri di salita che mieteranno moltissime vittime, alcune illustri.
3 – Le vittorie in Rosa che vorrebbe agguantare Vincenzo Nibali per riscattare un 2018 iniziato con il botto della Milano-Sanremo ma proseguito in maniera non indimenticabile, con la caduta e l’infortunio al Tour e una costante rincorsa della condizione ideale. La Bahrain-Merida si è rafforzata molto con gli arrivi di Damiano Caruso, del campione del Mondo a cronometro, Rohan Dennis, e quello nazionale sloveno nella medesima specialità, Jan Tratnik. Una formazione che, dunque, può insidiare e non poco il Team Sky, qualora si presentasse con un Froome intenzionato a replicare il capolavoro partorito sul Colle delle Finestre, o anche candidarsi alla vittoria finale con lo Squalo dello Stretto. Di sicuro, la Movistar di Valverde non sarà da meno, soprattutto se riproporrà il giovane Carapaz affianco dell’Imbatido.
Sono queste, quindi, le cifre di maggiore interesse per questa Corsa Rosa. L’esito, tuttavia, dipenderà da tutt’altro che sia aritmetico, come testimoniano i colpi di scena della passata edizione, con l’improvvisa crisi di Simon Yates (fino a quel momento inarrivabile la Maglia Rosa), vincitore dell’ultima Vuelta, e il trionfo del Kenyano Bianco del Team Sky, che gli è valsa la mitica tripla corona e l’ingresso nel “club” degli uomini capaci di vincere tutti e tre le Grandi Corse a tappe.