Era dal 1929 che la Città di Novara non modificava il regolamento di Polizia Municipale. Durante il consiglio Comunale del 31 ottobre si è proceduto all’aggiornamento degli articoli, ma le nuove norme hanno scatenato polemiche e battute ironiche da parte di consigliere/i e cittadine/i . Gli articoli oggetto delle polemiche sono: quello riferito ai comportamenti dei cittadini e il divieto di vendita di bevande in vetro per gli esercizi artigianali. L’articolo 11 precisa che è vietato «mostrarsi in pubblico in abiti che offendano il comune senso del pudore», con una sanzione che va da 80 a 500 euro; l’articolo 34 vieta invece a tutti gli esercenti di vendere bevande in contenitori di vetro dalle 22 alle 7, un divieto che si estende all’intera giornata per gli esercizi artigianali di generi alimentari (ad esempio le panetterie). E’ inoltre fatto divieto di legare le biciclette ai pali e ad elementi di arredo urbano.
Il regolamento è composto da 60 articoli. L’assessore alla sicurezza Mario Paganini l’ha presentato come «necessario aggiornamento del vecchio regolamento». Concetto ribadito dal comandante di polizia municipale, Pietro Di Troia.
Non si capisce come l’aggiornamento di un regolamento degli anni venti sia più oscurantista e retrivo di quello originale e non tenga conto dell’evoluzione del costume e della società in un secolo . La questione più dibattuta è la citazione del “comune senso del pudore” riferita all’abbigliamento delle persone in luoghi pubblici.
Il confine del pudore varia col passare del tempo e cambia da società a società. Per conseguenza ciò che prima era considerato impudico, immorale, diventa tollerato, ma ci chiediamo : un Sindaco, che è il capo della Polizia Manicipale, può ergersi a giudice di cosa è il pudore e di cosa possono o non possono indossare i suoi cittadini? .
Abbiamo sentito sulla vicenda un nostro lettore novarese Sergio Ferrario, docente di un istituto superiore della città, che ha detto: ” La questione dell’abbigliamento imposto da un regolamento di polizia urbana, pur risibile, diventa notizia fondante di una tendenza attuale a voler limitare le libertà personali da parte di una politica sempre più reazionaria e bacchettona. Quanto alle biciclette, a Novara ci sono solo due rastrelliere in centro, oltre a quelle in stazione che sono iperaffollate; il cittadino che è incentivato dall’amministrazione ad usare mezzi di trasporto non inquinanti, come fa a parcheggiare la bicicletta? Se la deve caricare in spalla ad ogni fermata?”
“L’articolo 34 è incredibile – ha osservato Sara Paladini, Pd – perché vieta ai circoli e alle attività artigianali dell’alimentare, come le panetterie, di vendere qualsiasi bevanda in contenitori di vetro: allora non devono più vendere latte, vino e birra? E’ una penalizzazione grave per i piccoli negozi”. Paladini ha anche contestato l’articolo 37 che punisce con sanzione da 100 a 500 euro chi sosta in gruppo davanti ad esercizi pubblici al di fuori degli spazi autorizzati: “I vigili vadano in piazza Martiri, multeranno centinaia di giovani e bloccheranno tutto. Non ha senso”.
Lunedì alle 11,30 in Comune sono state convocate le associazioni di categoria dei piccoli esercenti e mezz’ora dopo il Pd annuncerà le iniziative per proporre alcune modifiche.
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