Comunicato stampa
Si è conclusa sabato 27 ottobre la quarta edizione di “Archivi aperti”, promossa da RETE FOTOGRAFIA, associazione culturale per la valorizzazione della Fotografia, cui aderiscono enti pubblici e privati di Milano e Lombardia.
Trenta sono gli archivi di fondazioni, musei e di professionisti normalmente accessibili ai soli studiosi che hanno aperto al pubblico la propria sede, per un totale di oltre cento visite guidate che si sono svolte da sabato 20 ottobre. Per soddisfare la grande richiesta di prenotazioni alcune sedi hanno aggiunto nuove date rispetto al calendario ufficiale. Agli incontri hanno partecipato non soltanto addetti ai lavori ma un pubblico di appassionati e anche molti giovani. Alcune sedi hanno accolto le scuole, come il Museo di Fotografia di Cinisello e gli archivi Franco Bottino e Lelli & Masotti, perché è importante educare i giovani al valore culturale della fotografia e all’importanza della sua conservazione.
“La Fotografia in Italia negli anni Sessanta” è stato il tema dell’edizione di quest’anno. Il Convegno di apertura che si è tenuto a Palazzo Reale, venerdì 19 ottobre, ha introdotto i temi e gli aspetti principali di questo fondamentale decennio di cambiamento, attraverso gli interventi di numerosi studiosi (Monica di Barbora, Mara Campana, Raffaele De Berti, Francesco Faeta, Piero Scaramucci, Roberta Valtorta e Giorgio Zanchetti) e la testimonianza di alcuni dei protagonisti, (Maria Vittoria Backhaus, Enrico Cattaneo, Ernesto Fantozzi, Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Lelli e Masotti, Ferdinando Scianna e Giuseppe Morandi, di questi ultimi due è stato proiettato un video).
Il racconto è continuato i giorni successivi presso gli archivi partecipanti, con modalità diverse tra loro. Per la maggior parte degli incontri presso gli studi professionali e da Aess presso il palazzo della Regione Lombardia sono stati gli stessi autori a parlare delle immagini e del metodo di conservazione: Maria Vittoria Backhaus, Enrico Cattaneo, Roger Corona, Piero Gemelli, Lelli e Masotti, Paola Mattioli, Francesco Radino, Francesco Rebuzzini, Ferdinando Scianna, Graziella Vigo e Giuseppe Morandi.
Le visite agli studi di Ugo Mulas, Franco Bottino, Gian Paolo Barbieri e Cesare Colombo e anche al fondo di Carla Cerati – in deposito presso il Civico Archivio Fotografico al Castello Sforzesco – sono state guidate invece dai conservatori e dagli eredi.
In entrambi i casi la spiegazione più tecnica sulla conservazione e archiviazione delle immagini si è sempre intrecciata alla storia biografica e professionale dell’autore. Sono stati mostrati provini, negativi ma anche molte stampe vintage. Si è parlato di fotografia di teatro, di moda, di reportage sociale con le indagini di Carla Cerati sui Manicomi o di Giuseppe Morandi sul mondo contadino, di sperimentazione e molto altro ancora. Questo doppio aspetto tecnico e umano/biografico ha fatto sì che ogni incontro diventasse qualcosa di unico e particolarmente affascinante.
Alcuni dei fotografi sopra citati hanno iniziato la loro attività dopo gli anni Sessanta. Scopo, infatti, della manifestazione è quello di aprire il maggior numero di archivi.
Di diverso tipo ma non per questo meno interessanti sono stati gli appuntamenti presso gli Enti pubblici e privati. La qualità di queste visite guidate va sicuramente attribuita all’importanza dei fondi conservati ma anche alla qualità degli interventi dei conservatori responsabili, che hanno dimostrato una passione non certo inferiore a quella dei professionisti. Sono state illustrate le attività di conservazione, restauro, digitalizzazione e valorizzazione dei negativi, provini e stampe conservate presso i vari fondi; si è parlato di fotografia analogica e digitale; sono state mostrate fotografie vintage molto spesso inedite o edite e le loro relative pubblicazioni.
Molti sono stati i temi trattati dai vari enti, tutti focalizzati sugli anni Sessanta. Il miracolo economico e i cambiamenti intervenuti in quegli anni nel mondo dell’industria, dell’economia e della società italiana sono stati oggetto delle visite alla Fondazione Dalmine, alla Fondazione Fiera Milano o della Fondazione Intesa SanPaolo.
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ha raccontato la “Corsa allo Spazio”, uno dei più importanti capitoli della storia della seconda metà del Novecento, ancora oggi di grande interesse. La Società Umanitaria di Milano ha presentato la Scuola di avviamento e orientamento professionale (poi Scuola Media Unica), attraverso le immagini scattate nel corso dei primi anni Sessanta da Paolo Monti, titolare dei corsi di fotografia.
Il Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano ha presentato il fondo del quotidiano “La Notte” e l’archivio di Intesa SanPaolo quello dell’agenzia fotogiornalistica Publifoto di Vincenzo Carrese. Si tratta di due fondi enormi che sono in fase di catalogazione e studio.
Presso le bellissime sedi della Fondazione Pirelli e del Touring Club Italiano sono stati mostrati importanti reportage fotografici realizzati dai grandi autori che hanno lavorato per le rispettive riviste e pubblicazioni. Nel primo caso sono stati esibiti gli scatti editi e inediti dei più importanti fotografi italiani e internazionali: dagli incontri di Ugo Mulas con i grandi protagonisti dell’arte contemporanea alla documentazione della costruzione della metropolitana milanese firmata Arno Hammacher. Presso la sede storica del TCI in Corso Italia dopo la visita all’archivio è seguito un focus sui lavori di Ezio Quiresi e Gianni Berengo Gardin, realizzati tra il 1961 e il 1969 e dedicati alle regioni del Sud Italia, a dimostrazione dell’intensificarsi dell’interesse editoriale dell’Ente per il meridione.
Le Triennali del 1960, 1964 e 1968 con l’occupazione sono state al centro delle visite organizzate presso il Palazzo dell’Arte. Il Museo di fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo attraverso un racconto per immagini ha tenuto una vera e propria lezione di storia della fotografia di quegli anni. Alla fine della visita sono state presentate rare e ormai introvabili pubblicazioni degli anni Sessanta dai fondi Lanfranco Colombo, Paola Mattioli, Antonio Arcari e Roberto Signorini.
Per il primo anno hanno partecipato ad “Archivi aperti” il Laboratorio Parolini, unico centro a Milano che ancora stampa fotografie analogiche in bianco e nero e la Fototeca Gilardi fondata nel 1959.
All’interno della manifestazione si sono aperte due mostre: Folco Quilici. Testimone del Mondo, a cura di Roberto Mutti, promossa dalla Fondazione 3M e da AIM, con le immagini dei suoi viaggi nei quattro Continenti; L’Estetica della Ribellione – Il Sessantotto, a cura di Mariateresa Cerretelli, con fotografie di Gian Paolo Barbieri, uno dei noti protagonisti della fotografia di moda nel mondo.
La Fondazione AEM ha infine organizzato un incontro con Francesco Radino alla casa dell’Energia dove è in corso la mostra Gli scavi ferroviari di Milano. Oggi prima di domani. Fotografie di Marco Introini e Francesco Radino. L’autore ha raccontato la sulla sua decennale attività di fotografo dagli anni ’60 ad oggi.
Tutto questo e molto altro ha arricchito la quarta edizione di “Archivi aperti”, manifestazione sicuramente unica in Italia per la sua caratteristica di aprire al pubblico luoghi di conservazione accessibili solo agli studiosi, condividendone i preziosi contenuti insieme agli stessi autori delle immagini o con chi è deputato alla loro salvaguardia.
Proprio per il grande successo e attenzione del pubblico di quest’anno e per la numerosa partecipazione di enti e studi di professionisti, RETE FOTOGRAFIA per la prossima edizione sta già pensando di estendere il periodo di apertura a due settimane per favorire una migliore fruizione e partecipazione.