TURBIGO – Sembrava immortale il ‘Giorgio’, ma oggi è suonata la campana … Avevamo incontrato, qualche giorno fa, il figlio Carlo dal ‘Polidor’, di ritorno da Novara, dove il padre gli aveva ricordato alcuni momenti passati alla guida di quello che era il ritrovo per eccellenza in paese, per le mamme che, al mattino, portavano i figli a scuola e poi passavano per un caffè-brioche, ma anche per le signore che ritiravano il pane dal ‘Bove’. Quel mattino Giorgio gli aveva detto: “E’ passato il Dario stamattina a prendere tre bottiglia di champagne, di quello buono…”.
Lo avevamo intervistato dodici anni fa, quando era intento a tirare giù la claire allo storico esercizio e, insieme alla ‘Mariuccia’, ci avevano raccontato la loro lunga vita, vissuta sempre nel rispetto del cliente:
“Il primo locale l’aveva aperto nel 1933 mia zia – ci disse la Mariuccia –Maria Mereghetti che proveniva da Milano dove aveva acquisito una certa professionalità nel campo. Si trattava di una gelateria-latteria, posizionata un po’ più avanti, sempre in via Roma, ma nel ‘53 l’Agliati vendette sia il garage, sia il cortile interno perché intendeva spostarsi sulla Strada Statale 341. Acquistammo gli immobili e realizzammo un bar moderno che fu allargato con la saletta da the negli Anni Sessanta, quando l’adiacente salumeria Aldeni decise anch’essa di chiudere i battenti.
Abbiamo creato un negozio a nostra immagine e somiglianza – ci dissero insieme Giorgio e Mariuccia – guardando gli esercizi cittadini che erano più avanti di noi, e gli abbiamo sempre voluto bene e ‘Lui’ ci ha dato più di quanto immaginassimo.
Com’è la sua giornata di lavoro?
Mi alzo alle 5.30 – ci disse il Giorgio – alle 6 arriva il latte. A quest’ora è già pronta la prima sfornata delle brioche per i primi clienti del mattino che vanno a lavorare presto…
Nel periodo natalizio il lavoro raddoppia…
C’è la preparazione dei cesti natalizi. Tenevamo un quadernetto nel quale annotavamo tutto quanto inserivamo nei cesti. Abbiamo avuto clienti che facevano ordini per migliaia di euro dicendo: ‘Giorgio, fai tu!’ Una fiducia totale che mi lusingava e faceva sì che diventassi ancora più scrupoloso nel scegliere i diversi prodotti con l’unico scopo di soddisfare pienamente i miei clienti.
Non è mai mancata la sua benevolenza alle diverse iniziative del paese, come nel “Natale dei piccoli” e, per la “Festa d’in Giò”, per la quale ha offerto per decenni i prodotti per la cioccolata. Non era uomo di grandi sorrisi, ma voleva bene al suo paese. Ciao Giorgio!
FOTO della famiglia scattata in occasione del compimento del 90° genetliaco di Giorgio Valloni. Alla sua sinistra la moglie Mariuccia che l’aspettava …