ALTOMILANESE – Bisogna essere attaccati dal male per trovare il modo per difendersi. E il giovane Matteo Losa lo ha fatto scrivendo nove ‘Piccole fiabe per grandi guerrieri’(Mondadori). Dice:”La malattia non si vince con la disperazione, ma con la speranza”.Quella ‘speranza’ che mi ha fatto balenare nella mente la sconfitta subita da un caro amico colpito da un mesotelioma pleurico. Lo andavo a trovare tutti i giovedì pomeriggio e non potevo mancare, diversamente mi telefonava per motivare l’assenza. Mi disse, alla fine dei suoi giorni: “La speranza cristiana aiuta a sopportare la fatica del vivere e del morire”. Me lo sussurrò Lui, uomo della sinistra storica, una volta arrivato al capolinea, ma non ancora convinto del trapasso che sarebbe avvenuto tra poco. Un sussulto di vita che sembrava volesse essere una sorta di ‘arrivederci in Paradiso’ che lo ha aiutato a tagliare il traguardo.
PICCOLE FIABE PER GRANDI GUERRIERI. La prefazione racconta “con le parole del cuore e non quelle della mente, le uniche capaci di arrivare ai cuori delle persone” la nascita del libro. Inframmezzata dai cicli di chemio, Tac dopo Tac, la paura che il cancro ritornasse, l’amore della sua ragazza, l’idea del libro nasce insieme a quella dell’ultimo sigillo: “Se muoio io, muore anche lui”. Il progetto ottiene il riconoscimento dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e, in alcuni mesi, raccoglie i fondi necessari per la pubblicazione con ‘Mondadori’, non una casa editrice qualunque. Un successo frutto dei tanti che si sono legati all’iniziativa di un ragazzo animato dalla speranza di vita…