Non sono una persona dalle commemorazioni strumentali, non sono da autografi, da foto o da autoelevazioni egocentriche.
Avevamo 23 anni, io i miei amici: Max, architetto, preciso nell’ estetica, ma strampalato, sognatore, tanto da proporre al Comune il progetto (su carta) ” riqualifica di immobili degradati: musica, teatro e drink” ; Giò Gastel, che poco tempo fa ha scritto un libro su Milano, magrolino, un po’ nevrotico. Io abitavo in periferia, ad Affori, e lui in Via Torino, quando aveva bisogno si presentava in bicicletta e stavamo nottate intere a chiaccherare dei suoi problemi familiari…e ogni tanto spariva.
Orio, adesso gestisce una delle più famose gallerie della city. Il nome della galleria è NOWHERE gallery e uscì per bocca di Giorgione, purtroppo non più tra noi, dopo l’ ennesima vasca milanese a bordo della sua Tipo verde , alla domanda :” Giorgio ma dove cazzo stiamo andando?” rispose secco, fermo e con la convinzione che solo un artista vero può darti : ” NOWHERE”. Io ero lí in quegl’ anni, ero lí quando Tommy si metteva davanti al bar “caldo” (il Jamaica) tenendo la sua Marlboro tra le dita, mentre, immobile, squadrava i ragazzini che entravano con quelle cartellette enormi comprate a caro prezzo nella cartoleria all’ angolo, quella di fronte all’ Accademia, per intenderci.
Faceva paura, ma una volta sedute quelle persone, lui senza dire nulla, offriva, a credito, da bere a tutti quei ragazzi speranziosi di entrar nel magico mondo dell’ arte. Io ogni tanto mi defilavo, scrivevo per una rivista (UDS-Uscita di Sicurezza) che parlava di musica, eventi, locali…per intenderci era l’ anno anche in cui nacque Zerodue e ci lavorava il nostro amico Riccardo e il grande Lorenzo.
La mattina: colazione dalla Zia (bar 900) in cso Como, si poteva passare in macchina ai quei tempi. Pranzo al Tombon , via San Marco, e alle 4 si andava al Trottoir in Garibaldi. Proprio per quel lavoro, per quella rivistina, mi disse il mio tatuatore di fiducia, “vai al piano sopra e se vuoi parlnane a P. “
Era la prima volta che lo incontravo , salì le scale e ci rimasi 2 ore a chiaccherare, lui mandò via un paio di persone che ogni tanto si affacciavano. Era così, burbero, movimenti improvvisi.., ogni tanto riaccendeva il sigaro. Mi ricordo che ti guardava con le labbre all’ infuori , serrate, ma soprattutto ascoltava noi ragazzi ed i suoi consigli erano preziosi per vivere: ,dalle donne, alla scrittura, alla lettura, ai drink da bere…
Ci incrociavamo in tanti al Trottoir e nelle sere dei gin tonic facili, la Jessica da Sesto mi faceva segni da dietro il bancone per dirmi che qualcuno puntava Mariasole mentre ballava davanti al jukebox…Era una sirena in prestito alla città….(ci ho provato anche io, come tutti li… ma lei voleva solo il suo Massi) Era il locale che vendeva sigarette fino a notte fonda. Passai anche quando arrivò lo sfratto, non ricordo, sinceramente, che musica di preciso ascoltavamo, e non ricordo nemmeno di chi sia stata ‘ idea di incatenarsi. Avevo 27 anni e altri giri, quando si trasferirono sui Navigli io ero fidanzato seriamente, ogni tanto ci passavo solo per acoltare qualcuno che dal palchetto cantava senza nemmeno pensare se quello che faceva poteva piacere o no. Adesso che ci penso un pomeriggio abbiamo fatto anche un servizio fotografico al nuovo Trattoir, con Angela ed il gruppo The styles…vero , e se non ricordo male c’ era anche lui seduto in un angolo a scrivere. Erano quelli gli anni, e più vado avanti più mi vengono i brividi perchè poi tanto la gente non capisce, poi la gente non ci crede, poi c’era Alioscia Casino in Vetra, poi c’era il rattazzo e le birrette, c’era una generazione che sognava un modo di vivere sincero, normale e senza pregiudizi. Poi c’ erano il Milan e Milano, GianMaurizio e la Luisa…
poi c’era quel matto di Pinketts…
Alessandro l.