MILANO – Si è concluso nel peggiore dei modi il primo Boxing Day di Serie A, a causa degli scontri avvenuti tra tifoserie un’ora prima del posticipo Inter-Napoli: a due chilometri da San Siro (via Novara, angolo via Sant’Elena) un gruppo composto da un centinaio di ultras nerazzurri, varesini e del Nizza, armati di spranghe e catene, ha dato luogo ad una vera e propria spedizione punitiva squadrista, assaltando dei van con a bordo esponenti del tifo organizzato partenopeo e creando parecchi disagi alla circolazione. A seguito di tali disordini (in cui 4 supporters napoletani sono rimasti vittima di accoltellamenti) si è creata una fuga di massa, nel quale il 35enne Daniele Belardinelli, ultras biancorosso con due precedenti di daspo, è stato investito da un’autovettura proveniente dalla careggiata opposta rispetto a quella in cui è scoppiata la guerriglia. L’uomo è stato immediatamente trasportato all’ospedale San Carlo, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, ma non c’è stato nulla da fare: il decesso è avvenuto alle 4.30 in sala operatoria a seguito delle ferite riportate per l’impatto con il veicolo e per gli scontri. Durante il match, inoltre, la Curva Nord ha riservato continui ululati razzisti nei confronti di Koulibaly, espulso, poi, per un applauso plateale rivolto all’arbitro, dopo che questi aveva estratto il cartellino giallo per un fallo commesso dal senegalese: due episodi, dunque, alquanto deplorevoli, che, come dichiarato dal questore Cardona, “costeranno molto probabilmente la squalifica della curva fino al 31 marzo e il divieto per questa di prendere parte alle trasferte”. Sono stati arrestati, infine, i cospiratori dell’agguato e nei prossimi giorni verranno dati “provvedimenti unici, ma rigorosi”, continua Cardona, a coloro che hanno preso parte alla mega-rissa.
Cerchiamo ora di analizzare le motivazioni di un certo tipo di tifoseria .
LE ALLEANZE ULTRAS E IL BISOGNO DI RIOTTENERE LA CENTRALITA’ PERDUTA.
Non deve fare assolutamente scalpore il coinvolgimento di ultras del Varese e del Nizza negli scontri fuori dallo stadio. Da tempo, infatti, si assiste a continui gemellaggi tra i gruppi del tifo organizzato delle diverse società: i più noti sono certamente quello tra la Curva Sud Milano (sponda Milan) e la Curva Nord Brescia e quello tra la stessa Inter e la Lazio, ma le varie alleanze sono numerosissime. I motivi sono perlopiù di natura politica e di avversione verso una stessa società (gli ultras rossoneri e biancoblù sono in perenne rotta di collisione con i sostenitori dell’Atalanta), spesso, per l’ordine pubblico rappresentano un enorme problema: al tutto si aggiunge un forte bisogno di questi gruppi di riappropriarsi di una centralità perduta, la quale viene ottenuta con maniere violente e con gesti che conducono a conseguenze come influenzare molto il regolare svolgimento di una manifestazione sportiva, portandola ad una temporanea sospensione o, nei casi più gravi, al rinvio di questa con la seguente disputa a porte chiuse oppure con la squalifica della medesima tifoseria ultras. Il vero obiettivo di questi gruppi violenti è divenire i protagonisti dell’evento sportivo (l’esposizione di pittoresche coreografie rappresenta positivamente questa tendenza, oltre che a un fatto legato al supporto della propria squadra) e rendersi superiori ai rivali anche nel pubblico, affermando la propria autorità sociale.
I MORTI PER IL CALCIO: DA SPAGNOLO AD ESPOSITO, PASSANDO PER SANDRI E RACITI
Belardinelli è l’ultimo di una lunga lista di ragazzi e uomini che hanno perso la vita a causa degli scontri legati ai match calcistici. Di seguito riportiamo quelli che sono probabilmente Più vivi nella nostra memoria:
29 gennaio 1995. Il giovane tifoso genoano Vincenzo Spagnolo viene pugnalato a morte da un ultras del Milan negli scontri tra le due tifoserie.
2 febbraio 2007. L’ispettore di polizia Filippo Raciti perde la vita nel piazzale antistante allo stadio di Catania, dove i supporters di Catania e Palermo erano arrivati allo scontro. In quell’occasione vennero condannati per omicidio preterintenzionale Daniele Micale e Antonino Speziale, allora minorenne. Quell’anno il campionato fu sospeso.
11 novembre 2007. Il 28enne fan della Lazio Gabriele Sandri viene colpito nella stazione di sevizio di Badia al Pino da una pallottola di pistola dall’agente di polizia stradale Spaccarotella. L’uomo cercava, infatti, di sanare una rissa scoppiata tra i biancocelesti e alcuni tifosi della Juventus. La FIGC non sospese il campionato, suscitando il disaccordo delle varie tifoserie italiane, culminato nei fatti di Atalanta-Milan, in cui gli ultras bergamaschi ruppero le vetrate di sicurezza del proprio settore, costringendo l’arbitro alla sospensione della sfida.
3 maggio 2014. Ciro Esposito, 31enne tifoso del Napoli, viene ferito da un colpo d’arma da fuoco a pochi metri dallo Stadio Olimpico, dove si disputava la finale di Coppa Italia tra gli azzurri e la Fiorentina. Da ricordare lo slittamento del calcio d’inizio a causa della condotta di alcun individui, tra cui il soprannominato “Genny a carogna” con addosso una t-shirt nera con la scritta “Speziale libero”. Esposito muore dopo 50 giorni di coma.