TURBIGO – Vittorio Sgarbi venne a Turbigo nel settembre 2017 alla ricerca delle opere di Carlo Bonomi. Lo trovammo mentre gironzolava tra vialetti del cimitero civico, il nostro grande museo a cielo aperto, dove le opere del Maestro turbighese si innalzano verso il cielo. Seguirono una serie di articoli sulla figura e l’opera di Carlo Bonomi: su ‘Il Giornale’ dove Sgarbi ha una rubrica, su ‘IO’ donna (n.49 del 4 dicembre 2018) nel quale il noto critico annotava: “Siamo ai vertici dell’arte italiana”.
Ora è la volta de ‘Il Novecento – da futurismo al neorealismo’, pubblicato da ‘La nave di Teseo’ (novembre 2018) dove Sgarbi riprende il tema titolando ‘Carlo Bonomi – scultore del dolore’ e inserisce il Nostro tra i ‘Grandi’ ripercorrendone la storia artistica e analizzando alcune sue opere. Cita i critici che lo hanno preceduto nello studio dell’artista turbighese, come Mario de Micheli che presentò la prima opera proprio a Turbigo negli anni Ottanta, rilegata a filo refe con una copertina marrone Fu lui a cogliere la dimensione religiosa dell’artista:
“La religiosità di Bonomi era di natura laicale, concentrata sui valori umani dell’esistenza. Il Cristo potrebbe benissimo essere un soldato caduto, portato via dopo la battaglia da un compagno(…) o potrebbe essere un minatore morto portato a casa dai famigliari”.
Il noto critico riporta, infine, anche le parole del novarese Enrico Emanuelli che lo intervistò alla ‘Selvaggia’ all’inizio del Novecento e scrisse: “Verrà il giorno in cui si parlerà del Caso Bonomi…”. Un Grande, forse il turbighese più Grande che Turbigo abbia mai avuto.
FOTO il particolare de ‘La Madre’ è tratta dal libro di Vittorio Sgarbi