GREEN BOOK: un buttafuori italo-americano ed un jazzista afro-giamaico-americano in tour negli Usa del Sud del 1962.
“Green Book non ti dice cosa devi pensare, ascoltare o vedere” – esprime il proprio punto di vista il bravissimo attore danese-statunitense, già attore totem di Cronenberg (indimenticabile in History of Violence, per citarne uno), Viggo Mortensen in occasione della presentazione del film al Festival di Roma del 2018 in un ottimo italiano – Vigo è notoriamente poliglotta – abilità che gli ha anche consentito di interpretare al meglio (ingrassando 15 chili, peraltro!) la lingua ibrida parlata dagli italoamericani come Vallelonga. “Secondo me è un invito a fare un viaggio, a ridere, a piangere e se vuoi forse a riflettere sui limiti delle prime impressioni. Non è una lezione forzata, è una bella storia condivisa del passato che può aiutarci a capire il presente“.
Green Book è basato sulla sceneggiatura scritta dall’attore Nick Vallelonga (figlio di Tony, morto nel 2013, come Shirley) con Brian Currie e il regista Peter Farrelly, uno dei re della commedia Usa in coppia con il fratello Bobby, qui al primo film da solo e alle prese con un genere diverso, la ‘dramedy’. (sceneggiatura definta da Mortessen una delle migliori che abbia letto, da ridere e piangere: e se lo dice un pilastro del cinema d’autore come lui, c’è senz’altro da fidarsi !). La sceneggiatura di Vallelonga-Currie-Farrelly non a caso è candidata al Premio Oscar, insieme alla altre quattro nomination per questo film: miglior attore protagonista (Mahershala Ali), migliore attore non protagonista, miglior montaggio e miglior film. Stessa cosa per i Golden Globe, con la variante del miglior film musicale.
Ed ecco la trama: Tony Vallelonga, detto Tony Lip, padre dei famiglia nel Bronx, molto innamorato della pazientissima moglie Dolores (Linda Cardellini) si mantiene con lavoretti e scommesse. Risoluto e affabulatore, quando il club dove lavora viene momentaneamente chiuso, accetta di lavorare per Don Shirley, raffinato e riservato pianista che vive in un lussuoso appartamento al primo piano della Carnegie Hall. Il musicista ha bisogno di un uomo come Tony per risolvere eventuali problemi legati al doversi spostare in stati fortemente razzisti e infatti gli ostacoli e le situazioni rischiose non mancheranno. Tra i due uomini, però nei lunghi spostamenti in macchina, nasce una reciproca comprensione e voglia di conoscenza. Il musicista è interpretato dal sempre ottimo, già premio Oscar, Mahershala Ali .
Ancora Mortessen: “Queste storie ti permettano di conoscere un po’ di più chi è diverso da te. Sono molto importanti in questo momento perché si vede in giro tantissima misoginia e ignoranza, ad esempio su temi come la crisi dei migranti o la religione. Mi spavento soprattutto quando vedo che persone di potere, dai politici ai sindacalisti, sono ignoranti nella stessa maniera o fingano di esserlo, per arrivare o rimanere al potere. D’altronde il percorso dell’umanità non è diretto, ma pieno di deviazioni e a volte si fanno dei passi indietro, come sta succedendo in tante parti del mondo, Italia compresa. Il progresso dell’umanità viene anche dai piccoli gesti quotidiani, come chiedere scusa se urti qualcuno per strada”.
Il film, presentato oltre che a Roma anche in diversi altri Festival nel corso del 2018 (citiamo ad esempio Toronto, uno dei maggiori circuiti per le pellicole d’autore e più originali), ha già conquistato, anche in termini di premi, l’affezione ed il gradimento del pubblico.
Da venerdì 1 a lunedì 4 febbraio lo potrete gustare in Prima Visione al CinemateatroNuovo di Magenta.
Ingresso €6,50, ridotto 5,00 – valide tutte le card.
Per ogni info: http://www.teatronuovo.com/primevisioni2.asp?VIEW=PV2&prog=150
Tel 0297291337