TURBIGO – La morte di un vecchio compagno di lavoro si è insinuata nel mondo impalpabile della memoria ricordandomi un impegno assunto quarant’anni fa. Allora, quattro tecnici erano stati inviati dall’Enel in Marocco (Mohammedia, vicino a Casablanca) per avviare una centrale termoelettrica costruita con macchinari italiani (Franco Tosi, Ansaldo, ecc.). Si trattò di un’esperienza umana forte – l’incontro con una diversa cultura – che promisi ai miei compagni di documentare, ma non ho mai avuto il tempo di farlo.
In questi giorni la morte di uno dei ‘colleghi’ del tempo che fu (un altro se n’era già andato qualche anno fa) mi ha riportato indietro nel tempo. Giunto ormai ad una veneranda età e non essendo ancora del tutto rincoglionito, mi accingo a raccontare tale storia se non altro per impiegare il tempo che adesso ho a disposizione. Questa lettera è solo l’incipit di un lungo racconto che pubblicherò a puntate in questo spazio di ‘corrierealtomilanese.com’
FOTO La centrale termica di Mohammedia (Maroc) e il gruppo che allora partecipò alla costruzione e all’avviamento della centrale tutta realizzata con macchinari italiani dal G.I.E. (dei quattro tecnici nella foto solamente uno – quello che scrive – è ancora vivo)