E’ quello che si chiedono molti commercianti della città. Nell’ultimo anno 14 esercizi commerciali hanno chiuso e gli spazi vuoti non sono stati rioccupati da altre attività.
Dai dati nazionali di Confesercenti e Confcommercio emerge un’ Italia in piena crisi del commercio di vicinato e questo trend non tende a diminuire da anni. Quali sono le cause?
La prima è legata al deciso calo del potere d’acquisto e dei consumi. La crisi, insomma, non è affatto finita. C’è poi una precisa responsabilità politica: aver liberalizzato gli orari di apertura, anche domenicale, in maniera indiscriminata ha senza dubbio favorito la grande distribuzione. Il commercio online ha dato il colpo di grazia, facendo soffrire le imprese più piccole.
A Magenta, per far fronte a queste nuove tendenze i piccoli commercianti hanno cercato di adeguarsi, tenendo aperti i loro esercizi di domenica e organizzando eventi singoli per attirare clienti, o di gruppo come “LoSbaracco” di sabato 2 marzo, mettendo in piazza, o nella via antistante i negozi, banchetti con merce supersaldata, dove ci possono essere delle buone opportunità di fare affari.
Ma, raccogliendo le lamentele di chi tutti i mesi deve fare i conti con affitto, tasse, costi fissi e un “cassetto” sempre più vuoto, molti esercenti lamentano una mancanza di attenzione a livello istituzionale locale ai problemi del commercio di vicinato: “Cosa fa la sindaca? Cosa sta facendo l’assessora al commercio?” Ma anche: “A cosa serve Confcommercio?”