TURBIGO – Il ‘medico condotto’ è stato archiviato dalla storia, ma la sua istituzione risale almeno a cinquecento anni fa quando i Comuni, che potevano permetterselo, cominciarono a assumerli per assistere gratuitamente i poveri. Nella nostra zona la ‘condotta’ c’era solamente nei cosiddetti ‘borghi’: Castano e Lonate Pozzolo.
In epoca napoleonica l’assistenza sanitaria locale gratuita venne garantita a tutti con l’istituzione del ‘medico dei poveri’, stipendiato dal Comune, che sarebbe rimasta in vigore sino all’Unità d’Italia, con compiti ben precisi i che il medico assumeva con la firma del contratto:”Gli infermi per malattia acuta vanno visitati una volta al giorno, di buon mattino, ripetendo la visita se necessario, mentre i malati cronici vanno visitati tre o quattro giorni alla settimana”. Inoltre “E’ vietato accettare alcun pagamento per le prestazioni fornite”.
Con l’Unità d’Italia ci fu l’obbligo da parte dei Comuni di assumere un medico condotto e una levatrice residenti per i quali, a poco a poco, furono regolamentati diritti e doveri.
Il rapporto con la popolazione fu difficile: la medicina ufficiale vedeva la malattia come qualcosa che aggrediva le persone dall’esterno, mentre la medicina popolare considerava il malanno come proveniente dall’interno (per certi versi, con un’intuizione moderna!) favorita da una caduta delle difese dell’organismo. Ciò permetteva al male di avere il sopravvento e di ‘possedere’ la persona. Da qui il malocchio, le fatture e via dicendo.
Da quanto abbiamo scartabellato nell’Archivio Comunale, una vera ‘mission’ è stata portata avanti per tanti anni dal dottor Antonio Scaccabarozzi, a cavallo tra Ottocento e Novecento nella condotta Turbigo-Nosate, seguito dal dottor Valfredo Agati che svolse l’incarico fino alla seconda guerra mondiale.
Il medico condotto, con il tempo divenne una sorta di pastore laico (in concorrenza con il parroco). Entrambi primeggiavano a livello locale, tant’è che avevano frequentazioni con i maggiorenti del paese (nella foto, due medici turbighesi con il grande artista Carlo Bonomi). Il dottor Agati aveva fondato addirittura una squadra di calcio locale denominata ‘Ellas’ ed era stato promotore del Monumento ai Caduti facendo la prima donazione.
Dopo il pensionamento del dottor Agati, nel secondo dopoguerra. seguirono diversi altri medici (la data tra parentesi è indicativa): Ambrogio Sala (1940); Federico Carminati e Guido Zanelli (1941); Vito Vitalone di Castano (1943); Luigi Ajmone (1950-60); Gian Piero Cabrini (1960); Giuseppe Borghi (1960). Negli ultimi decenni si sono succeduti: il dottor Gianfranco Baronzio (+ 2015) di Castano; la dott.ssa Dalloni; il dottor Bruno Perrone; il dottor Severino Menaspà…
FOTO Carlo Bonomi, al centro, con i dottori Luigi Ajmone (a destra) e Giuseppe Borghi (a sinistra)