BUSCATE – “Ma l’ea un to mundu ? Dimi Pà” di Antonio Marchiori a cura di Guglielmo Gaviani sarà presentato il 15 marzo alle ore 21, in piazza della Filanda, 7.
La poesia di Antonio nasce dopo tanti anni di silenzio, di parole non dette e, forse, neanche pensate, come lui stesso riferisce in vari componimenti. Poi ad un certo punto, nell’ultima stagione della sua vita, ecco che le parole irrompono con tutta la loro forza, come un fiume in piena. E’ una specie di sfogo, una consolazione, un modo di esprimersi e lottare contro il Nulla impersonato dalla “notte scura” che incombe o dal foglio bianco che lo sfida.
C’è sempre il rimpianto di non aver imboccato prima questa strada, ma prima “non c’era tempo”, preso dalla necessità di sbarcare il lunario, di vivere intensamente. Così questa poesia guarda indietro e si nutre della memoria di un mondo che in gran parte non c’è più. Non c’è più la Curti con la latrina giù in fondo vicino al letamaio, non c’è più il Marinone con la sua natura palpitante e selvaggia méta di tante avventure in barca, non c’è più il Pà con le sue storie, la Nona silenziosa e sorridente con i suoi occhi acquosi, la Murusa e i baci rubati sulla riva del Canale Villoresi e non c’è più neanche il suo “mitico” e vittorioso Presidio contro la discarica a Buscate con le sue tante amicizie. Eppure questo esercizio di memoria di Antonio ci riporta a questo mondo illuminandolo con sprazzi di luce colorata per vincere il grigio che avanza e che fa paura per la sua pervasiva monotonia e promessa di omologazione. La sua poesia è il frutto dolce e amaro di questa stagione della vita piena di nostalgie. Una raccolta poetica ricca di umanità che Antonio Marchiori ci lascia in eredità.