ALTOMILANESE – Tra gli scrittori della riva sinistra del Ticino (Angelo Lodi, Ermanno Paccagnini, Armando Torno, Emilio Scampini…), chi ha conquistato un maggior successo è certamente Laura Pariani che, come sempre avviene in ‘patria’, non ha mai riscosso un grande feeling . Però la sua scrittura, la sua melange tra italiano e dialetto, prende la gente – come noi – nata e vissuta sull’altipiano asciutto.
Di seguito, una serie di appunti, tenuti stretti fino a quando abbiamo potuto seguirne le tracce sui media…
IL GIOCO DELL’OCA – Il ‘Gioco di Sant’Oca tra Busto Grande e Tornavento’ è il titolo dell’ultimo romanzo di Laura Pariani, edito dalla ‘Nave di Teseo’ e candidato al premio Strega 2019. E’ la storia di Bonaventura Mangiaterra che, nel 1652, gira fra le campagne e le brughiere tra Busto Grande e Tornavento incitando alla rivolta i contadini con la sua personale lettura delle Sacre Scrittura. L’opera si inserisce nel canone del primo libro ‘Di Corno o d’oro’ (1993, Sellerio editore, Palermo) nel quale Laura Pariani raccontava vicende ispirate dai racconti di nonni, di certe vecchie canzoni contadine, dalle filastrocche in dialetto che la scrittrice aveva imparato da piccola, dalle fotografie sbiadite dei bisnonni che troneggiavano nella loro cornice ovale in tutte le case del tempo. Anche la consultazione di alcuni documenti d’archivio avevano aiutato a delineare fedelmente l’ambiente…ed è lì che ‘conosce’ una contadina (la M.) definita ‘la poetessa’ dai cronisti del tempo che assistettero al processo che si tenne a Busto Arsizio. E’ lì che, per la prima volta, scrittrice arricchisce i suoi racconti con parole in dialetto come ciùmber, taci tu che non capisci una madòcina…in un tempo in cui li dialetto non era ancora di moda come oggi.
DI CORNO O D’ORO racconta la storia di un colono nella seconda metà dell’Ottocento, una vicenda di miseria, di ignoranza e di sradicamento dalle proprie origini a causa dell’emigrazione. L’elan vital è sempre contro il potere costituito, una sorta di ‘Fabrizio De André’ della letteratura. Nel primo libro, come nell’ultimo (e anche negli altri), c’è sempre una data: 1887 nel primo, 1652 nell’ultimo, proprio perché la scrittrice ritiene le date importanti, come gli ambienti nei quali si muovono i suoi personaggi (di solito donne) caratteristici di un preciso momento storico.
IL PETTINE (Sellerio, 1995) un’altra raccolta di racconti, un’altra data ‘Fosso del Pan Perduto, 1646’. Protagonisti un padre, una madre, una figlia che si accoppia con un soldato, legati tra di loro da una catena di sopraffazioni, desiderio e cieca violenza. Tutt’intorno la guerra.
LA SPADA E LA LUNA (Sellerio, 1996) narra della contrapposizione tra la civiltà autoctona del Sud America e la Spagna dei conquistadores. Un faticoso lavoro di ricerca condensato in un romanzo.
LA PERFEZIONE DEGLI ELASTICI (Rizzoli, 1997, finalista al premio Campiello 1998). Nove racconti di cui vediamo personaggi, attori e vicende del mondo del cinema che vengono ‘metabolizzati’ dalla vita reale. “Un libro duro, e per nulla di celluloide. Che vive in forza di una scrittura che senza mimetismi sa anche farsi visivamente cinematografica (scene, interni, atmosfere del racconto con James Dean”.
LA SIGNORA DEI PORCI. Qui la scrittrice torna al mondo contadino in un contesto ambientato nel 1562 a ‘Busti Grandu’ dove racconta la storia di tre streghe di ‘Magnàgu’, condannate dal tribunale. Interessante l’impasto dell’italiano con il dialetto: “Il Vitùr aveva gli ogi sbarrati di stupore, perché la morte è cosa che si impara una sola volta nella vita”.
MILANO E’ UNA SELVA OSCURA (Einaudi) finalista al Campiello del 2010.
Chissà se stavolta, fusse che fusse la volta buona, per lo Strega. Auguri
CHI E’ LAURA PARIANI. Nata a Magnago nel 1951, figlia di un Sindaco, laureata in filosofia della Storia nel 1985, ha vissuto a Turbigo in Via Fermi (davanti alla centrale idroelettrica) al tempo del suo primo libro e insegnava all’I.T.C. ‘Torno’ di Castano Primo. Non è un caso che ‘Di Corno o d’oro’ sia stato presentato a Turbigo il 19 giugno 1993 nel parco del palazzo De Cristoforis da Bruno Quaranta, critico di ‘Tutto Libri’ del quotidiano ‘La Stampa’. Poi la scrittrice si è traferita a Orta dove vive tuttora, e non si è più vista presentare i suoi libri nel nostro territorio
Bibliografia
MARIANGELA PAOLESCHI-FABIO GARAVAGLIA, Laura Pariani: scrittrice di casa nostra, in ‘Città Oggi’, 28 aprile 1993
ANTONIO MORESCO, La valle del Ticino (per Laura), in ‘Ulisse’, rivista quadrimestrale di ricerca culturale e sociale, inverno 1996
ANTONELLA FIORI, Il dolore della terra, in ‘L’Unità’, 28 ottobre1996. E’ in questo articolo che Laura Pariani parla di quando ha incominciato a scrivere: “E’ stato nell’87 che mi sono resa conto che stavo scrivendo un libro. All’inizio doveva essere assieme a un mio amico, un saggio sul movimento contadino in questa zona. Poi ho capito che non era di storia che volevo scrivere. Che erano i personaggi, le atmosfere, quello che mi interessava raccontare”.
ERMANNO PACCAGNINI, Perfetto come un elastico, in ‘Il Sole-24 Ore’, 16 novembre 1997.
PINUCCIO CASTOLDI, Il cinema e la vita, in ‘Città Oggi’, 11 dicembre 1997. Pinuccio Castoldi, insegnante è stato un collega di Laura Pariani.
LUIGI STADERA, La signora dei porci, in ‘Lombardia oggi’, 9 gennaio 2000