Marcinelle: dalla visita al museo all’emozione di una testimonianza di un reduce.
L’8 agosto 1956, nella miniera di carbone Bois du Cazier a Marcinelle (Belgio), avvenne il famoso e tragico incidente che provocò la morte di 262 persone di 12 nazioni differenti, di cui 136 italiani. La miniera, oggi, è un museo aperto al pubblico che permette, tramite una guida o un supporto audio, di immergersi nella vita di quelle persone e capire i motivi dell’incidente.
Pochi giorni fa, alcune classi del Liceo Classico Quasimodo di Magenta hanno avuto l’occasione di poter visitare questo luogo e capire la disperazione e la tragedia vissuti in questo disastro, grazie ad una guida audio che simulava un dialogo immaginario tra due personaggi, fratello e sorella. I ragazzi avevano così la possibilità di conoscere i macchinari usati a quell’epoca, la precarietà delle condizioni dei lavoratori e la superficialità nel controllo del funzionamento degli impianti, motivo per il quale l’incidente è avvenuto.
Una volta terminato l’ascolto, i ragazzi si sono recati verso l’uscita e proprio fuori dal museo hanno incontrato un signore anziano che ha raccolto questi ultimi intorno a sè, per raccontargli la propria esperienza. Egli, il giorno dell’incidente, si trovava in Italia per il suo matrimonio e nella strada di ritorno ha letto la notizia sui giornali. “Io lì ho perso 261 fratelli; quando non ci sarò più, nessuno vi farà rivivere questa esperienza con il cuore, con le emozioni, nessuna guida potrà!” racconta commuovendosi e nel frattempo spiega come dopo l’incidente, molti abbiano cercato di sfruttare quel terreno per cotruirci un supermercato.
“Io mi sono ribellato, ho fondato l’associazione Ex Minatori e insieme ci siamo battuti per permettere ai posteri di conoscere la nostra storia”. Grazie alla loro volontà oggi la miniera è patrimonio dell’UNESCO e nessuno può più metterci mano.
L’emozione e le lacrime che scendevano tra un racconto e l’altro hanno permesso ai ragazzi di vivere in prima persona la vita di quelle persone, la loro sofferenza, ma soprattutto l’amore che li legava e che gli ha permesso di creare questa incredibile testimonianza.